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lunedì 11 gennaio 2016
FALSE FLAG: soltanto paranoie?
Ormai da tempo il sistema si è appropriato del termine "teoria della cospirazione" trasformandolo in qualcosa di negativo, lo stesso è accaduto con “cospirazionista”, ormai diventato sinonimo di folle, alienato…ma sarà proprio così?
Sappiamo ormai da tempo che una delle armi maggiori detenute dal sistema è proprio quella di far proprie le critiche negative per poi riproporle come “marchi infamanti” per colpire il mittente; gli esempi sono numerosi e ben conosciuti. Si tratta di un modus operandi abbastanza datato ma sempre efficace, visto anche che fa leva su quel sentimento innato che caratterizza gran parte delle persone e che le porta a prestare maggior credito alle informazioni divulgate da quegli stessi organi che sono parte integrante del sistema. In questo contesto rientra il fenomeno del False Flag, ovvero quelle operazioni condotte in ambito militare e di Intelligence che tendono ad addossare la responsabilità di eventi particolarmente importanti a livello strategico ad altri soggetti; questo modo di agire “sotto copertura” offre il vantaggio di dare il via libera a leggi, azioni e operazioni che, in caso contrario, sarebbero risultate inaccettabili per la popolazione.
Recentemente si è parlato di governi che compiono azioni tipiche del terrorismo sotto falsa identità e per raggiungere determinati scopi; la reazione da parte dei mass media è stata immediata ed il tutto è stato etichettato come “teorie senza fondamento”, vere e proprie offese contro le “sante” istituzioni, dimenticando che qualcosa di simile è già accaduta.
Iran: 1953, un colpo di stato porta alla sconfitta di Mohammad Mossadegh.
USA: agosto 2013, la CIA ammette ufficialmente il suo ruolo negli eventi del 1953. L’agenzia americana coprì i suoi movimenti sotto il nome di Operazione Ajax, operando atti di terrorismo sotto falsa identità che portarono alla morte di almeno 300 persone.
Un’altra operazione sotto copertura, che portò ad un tragico finale, fu quella denominata “Operazione Northwoods”, elaborata durante la guerra contro il regime di Cuba.
L’operazione, che si muoveva di pari passo insieme a quella denominata Mangusta (entrambe ordite dalla CIA), prevedeva l’affondamento di navi americane, sparatorie per le strade di Washington e l’abbattimento di aerei americani.
Qualcosa però fece saltare i piani: la prevista invasione della Baia dei Porci si rivelò una pesante sconfitta per la CIA e nel marzo del 1962 il presidente Kennedy si rifiutò di firmare un secondo mandato al generale Lyman Lemnitzer.
Il risultato è entrato a far parte della storia; Kennedy venne assassinato nel novembre del 1963.
Una schema analogo, ma con alcune varianti, viene riproposto nel 1964, e più esattamente il 4 agosto, quando un allarmato Lyndon Johnson si presenta alla televisione nazionale americana annunciando l’attacco subito da alcune navi da parte del Vietnam del Nord.
La notizia agevolarà l’approvazione da parte del Congresso di una Risoluzione del Golfo di Tonkino, attraverso la quale Johnson potrà compiere liberamente azioni militari.
La diretta conseguenza sarà che circa 500.000 soldati americani si ritroveranno a combattere nel sud est dell’Asia, ignari del fatto che la nave USS Maddox non aveva subito alcun attacco, visto che si trattava di un trucco ordito insieme all’allora Segretario alla Difesa Robert McNamara.
Restando in tema di operazioni False Flag dal nome abbastanza curioso rimane da citare l’azione sotto copertura chiamata Fast and Furios.
Nel dicembre del 2011 la rete CBS News dimostrò che alcuni agenti della ATF (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives) stavano lavorando ad una azione che, sotto le spoglie di una manovra politica, vincolasse le armi usate dai cartelli della droga messicani con quelle in vendita negli USA; lo scopo finale era quello di agevolare leggi che andassero contro il Secondo Emendato che prevede il libero possesso di armi da parte dei cittadini americani.
Tralasciando le ormai note e dimostrate implicazioni della CIA nel traffico di droga mondiale, concludiamo con il quasi dimenticato Echelon e le sue altrettanto numerose implicazioni nel nostro quotidiano.
Sul finire degli anni Ottanta, Edward Snowden denunciò come la NSA(National Security Agency) fosse implicata in una enorme operazione di spionaggio che prevedeva l’ascolto, la registrazione e l’archiviazione di tutte le comunicazioni elettroniche a livello globale.
Tale denuncia proseguì negli anni Novanta da parte di altri personaggi, anche loro come Snowden marchiati come cospirazionisti e paranoici.
La svolta avvenne però nel 1999, quando l’Australia ammise ufficialmente la sua collaborazione ad un programma chiamato Echelon, portato avanti insieme alla NSA, gli Stati Uniti e l’Inghilterra.
Questo programma permetteva l’ascolto di tutte le telefonate e le trasmissioni radio, oltre all’intercettazione e l’archiviazione di tutti i fax e i messaggi di posta elettronica.
In seguito, nel 2001, un resoconto redatto dal Parlamento Europeo comunicò ufficialmente che, in tutta Europa, tutte le comunicazioni venivano intercettate con carattere di continuità dalla NSA.
giovedì 25 ottobre 2012
Ufo e segreti di Stato
I livelli governativi standard di sicurezza, in riferimento agli USA, sono essenzialmente tre: Confidential, Secret e Top Secret, ai quali vanno aggiunti eventuali codici che ne restringono maggiormente l’accesso.
Questo è il lato “visibile” del sistema, un aspetto che lascerebbe presupporre la possibilità, ottemperando a determinati obblighi, di avere libero accesso alle informazioni, questo tuttavia non corrisponde alla verità.
La procedura di accesso prevede che la “necessità di sapere” sia ampiamente dimostrata, e questa di certo non è sempre una impresa facile; esiste tuttavia un altro aspetto della questione, un sistema di gestione del segreto noto soltanto per “deduzione” ma del quale non si conoscono interamente tutti i dettagli.
Il riferimento è diretto esplicitamente a quella sorta di “Governo Ombra” che custodisce, protegge e autonomamente gestisce i vari file e documenti riguardanti quelle che vengono definite “Scienze di Confine”, Ufologia compresa.
Si tratta di strutture che agiscono parallelamente a quelle conosciute e che “lavorano” i cosiddetti “programmi sensibili”, informazioni che richiedono misure di segretezza superiori a quelle normalmente adottate; le misure e l’oggetto stesso da mantenere sotto stretto segreto rientrano in quelli che vengono definiti SAP (Special Access Program).
Molti dei SAP vengono mantenuti e concretizzati attraverso finanziamenti dati alle industrie; questi particolari accordi tra industrie ed enti governativi più o meno alla luce del sole vengono definiti “Carve-Out”, ovviamente si tratta di accordi che, per la loro stessa natura, si mantengono fuori dai sistemi di sicurezza e di controllo ufficiali.
Il numero delle persone che hanno accesso al SAP (che può riguardare segreti di diversa natura e non soltanto relativi alla questione Ufo), è volutamente limitato; solitamente chi si occupa di un programma non conosce l’esistenza di altri programmi e non ha alcun rapporto con coloro che vi lavorano.
I livelli di un SAP sono essenzialmente due: un programma di copertura palese, che verrà ufficialmente chiuso a tempo debito, e un sottoprogramma che rappresenta il vero scopo del SAP e che continuerà tranquillamente una volta ufficializzata la fine del primo.
Un esempio di quanto appena detto è l’X-30 della National Aerospaceplane, un progetto inspiegabilmente ritirato al fine di lavorare al vero scopo del SAP che era quello della realizzazione di un velivolo ipersonico (Bill Sweetman US Defense).
Le regole che stanno alla base di un SAP sono estreme, rigorosamente ferree, anche un “no comment” viene considerato come grave violazione della sicurezza; proprio per questo accade facilmente che un generale, un ammiraglio, o comunque un soggetto che apparentemente e in relazione al suo incarico dovrebbe essere a conoscenza di alcuni programmi, in realtà non lo sia affatto; uguale trattamento potrebbe essere riservato anche allo stesso direttore della CIA per il quale non è previsto che necessariamente debba essere inserito nella lista di accesso al SAP:
Una delle tante misure messe in atto a protezione di un SAP è la disinformazione, termine tristemente conosciuto da molti ricercatori e grossa spina nel fianco; si tratta in pratica di divulgare informazioni, sia reali che adattate allo scopo, al fine di confondere e indirizzare le persone verso una visione distorta del problema, rendendo spesso così ridicola l’intera faccenda da trasformala in qualcosa al quale è del tutto impossibile prestare fede.
Le informazioni prodotte da questo processo possono essere utilizzate per gettare discredito su enti, organizzazioni e persone, mantenendo in tal modo il segreto nel modo più semplice e meno impegnativo; per nascondere qualcosa è infatti molto spesso sufficiente porla sotto gli occhi di tutti ma rivestita di un tale alone di incredibili sovrastrutture da renderla del tutto inaccettabile come verità.
Sarebbe quindi del tutto inutile sperare che in qualche ufficio della CIA siano rintracciabili file compromettenti sulla presenza aliena nel nostro pianeta, molto più semplice pensare che tali file siano in realtà mimetizzati tra gli archivi di una anonima azienda americana o di qualunque altro paese vicino agli USA.
Si potrebbe pensare, a questo punto, che l’esclusione delle alte cariche non possa essere operata nei confronti del Presidente degli Stati Uniti, ma sarà veramente così?
Nel 1976 Carter, ancora candidato alla presidenza, promise al popolo americano che avrebbe aperto i file contenenti le informazioni riservate sugli Ufo; vinte le elezioni e probabilmente deciso a mantenere la promessa, chiese un incontro con l’allora capo della CIA George H. W. Bush, incontro che, sorprendentemente, quest’ultimo rifiutò.
La motivazione fu semplice ma allo stesso tempo inappellabile: non soltanto come Presidente ma neanche nel suo ruolo di Comandante in Capo, Carter poteva dimostrare il suo bisogno di sapere.
Forse per ovviare a quanto accaduto, il Presidente al suo consigliere scientifico per chiedere a Robert Frosch, amministratore della NASA, di formare una commissione di indagine sul fenomeno Ufo.
La lettera di Carter alla NASA ( Journal of Scientific Exploration, pp 93-142, 1988 ), non ebbe risposta e soltanto molti mesi dopo venne gentilmente e diplomaticamente declinata!
Il punto di forza del segreto risiede nel fatto che tutte le informazioni contenute negli archivi di un ente preposto alla loro raccolta sono di sua proprietà; ogni ente attua diverse strategie di accesso ai dati e le procedure di autorizzazione non sono per tutti uguali.
Il Consiglio di Sicurezza Nazionale, ad esempio, è proprietario dei documenti conservati nei propri archivi; questo, per una strana coincidenza, per una legge firmata da Truman nel 1947, solo un paio di settimane dopo il famoso incidente.
I proprietari dei documenti, quindi, sono tenuti per legge a tacere sul loro contenuto anche allo stesso Presidente.
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lunedì 27 agosto 2012
Terminator potrebbe essere realtà
Ricordate la frase del film Terminator? “...Vieni con me se vuoi vivere"; è probabile che tra qualche anno non avremo bisogno di rimettere quel dvd per riascoltarla perché lui sarà già qui.
Non è una delle solite news curiose studiate proprio per attirare lettori, si tratta invece di qualcosa di tragicamente reale visto che la Boston Dynamics Inc. è stata messa sotto contratto dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) per un affare dal valore di 10,9 milioni di dollari.
La fortunata società, specializzata nella progettazione e nello sviluppo di ingegneria robotica, avrà il compito di costruire dei robot umanoidi che dovrebbero agire, qualora se ne presentasse l’occasione, in modo intelligente e senza controllo, una sorta di nuovo Terminator che però ricorda tanto il protagonista di un altro film: "Robocop".
L’annuncio è stato fatto dal Dipartimento Americano per la Difesa il 20 agosto 2012 “…le piattaforme robotiche saranno umanoidi, costituite da due gambe, un torso, due braccia con le mani, una testa sensore e strumentazione informatica a bordo…”.
Il sito DARPA aggiunge invece che “…i robot aiuteranno durante le operazioni in caso di catastrofi umanitarie…”.
Il progetto prevede però altre estensioni d’uso; questi alcuni estratti di quanto previsto per questi nuovi robot: condurre operazioni di evacuazione, stato di "autonomia controllata" (secondo il DARPA saranno in grado di agire in modo intelligente da soli quando la supervisione diretta non sarà possibile), utilizzazione di diversi "strumenti" (???).
L’obiettivo è quello di far eseguire compiti complessi e pericolosi limitando il rischio di vite umane, sia militari che civili, ma come evitare di pensare a quale formidabile arma da guerra, repressione e attacco, sarebbero questi nuovi “terminator”?
Non si può infatti non ricordare che, già in passato, il Pentagono aveva avanzato richieste ad alcune società in merito allo sviluppo di robot in grado di cercare, individuare e monitorare “umani non cooperativi”, richiesta che si basava sullo specifico ad eventuali scenari di evasione o terrorismo.
Di certo la tentazione di usarli per il controllo della folla, vista anche la situazione altamente esplosiva che si sta creando, sarà molto forte.
Non parliamo certo dei simpatici robot giapponesi che servono la colazione oppure aiutano gli anziani e le casalinghe; il progetto americano potrebbe essere dotato (e si tratta di tecnologie già sviluppate) di sistemi di rilevamento, dispositivi di localizzazione, sensori che rilevano il respiro umano e le onde associate ad un battito cardiaco.
Ora più che mai l’avvertimento dato da Noel Sharkey, professore di Intelligenza Artificiale e Robotica presso l’Università di Sheffield, sembra diventare sempre più pressante: “…il mondo è caduto in una sorta di sonnambulismo creato ad arte da una tecnocrazia potenzialmente letale, bisogna invocare chiare garanzie sulla nuova tecnologia e chiedere a piena voce di conoscere tutti gli aspetti di quella che ci viene tenuta nascosta…”.
Quali nuovi scenari stanno per aprirsi?
Non dovremo comunque aspettare molto per saperlo, il contratto infatti prevede una prima consegna già il 9 agosto del 2014.
Fonte: Washington Technology
mercoledì 7 marzo 2012
433 Eros - THE HIDDEN TRUTH
English/Italian version...The incredible revelation...the hidden truth of 433 Eros. Quale mistero nasconde l'asteroide 433 Eros? Perchè da dodici anni si cerca in tutti i modi di cancellare ogni traccia di alcune delle foto inviate dalla sonda americana NEAR? Per la prima volta un esclusivo dossier su quella che sembra configurarsi come la prima prova accertata di una presenza aliena nel nostro sistema solare. Base aliena o esperimento umano? A questa domanda, ma anche a numerosi altri quesiti, si cercherà di rispondere attraverso una ricerca ampiamente documentata. The Hidden Truth...what hides 433 Eros? The incredible truth in a fascinating book.
ACQUISTA ONLINE
mercoledì 1 febbraio 2012
SIGNS MAGAZINE N. 2 FEBBRAIO 2012
Online il nuovo numero di SIGNS Magazine, con la sua nuova veste grafica, articoli e ricerche inedite, news, cinema, libri.
ACQUISTO
Ricordo come sempre che SIGNS Magazine è scaricabile al costo di soli 3 euro da server a applicazioni sicure.
Questo il sommario:
EDITORIALE
NEWS
SULLE TRACCE DEGLI ANTICHI DEI
Roberto La Paglia
L’ASCIA OCCULTA
Claudio Foti
LANTERNE CINESI? UN LONTANO RICORDO
Daniele Cataldi
IL FILE LACERTA (Seconda parte)
A cura della Redazione
IL CASO VARGIHNA
Salvatore Giusa
DEI, UOMINI E BESTIE
Simone Barcelli
CONTATTISMO
Simone Preciutti
SIGNS LIBRERIA
Paolo Bolognesi - Roberto La Paglia
INSERTO SPECIALE
UFO & PSICHE 3
Nicola Capobianco
SIGNS MOVIE
mercoledì 21 settembre 2011
Conoscenze mortali
Storie di ricercatori e scienziati vittime delle loro scoperte.
16 Novembre 2001; il dottor Wiley, ricercatore presso il Howard Hughes Medical Institute presso l’Università di Harvard, viene ritrovato annegato nel fiume Mississippi.
Aveva noleggiato un’auto, si era recato su uno dei ponti nei pressi di Memphis, aveva parcheggiato il mezzo e, a piedi, si era recato nel fiume per suicidarsi. Perché noleggiare un’auto per suicidarsi?
Il dottor Wiley era un esperto nelle ricerche sul sistema immunitario e conduceva ricerche in merito al virus Ebola e l’HIV.
10 Dicembre 2001: Robert Schwartz, dopo aver avvisato i colleghi che non sarebbe andato a lavoro l’indomani, e dopo aver velatamente accennato al fatto che forse si era involontariamente inserito in qualcosa più grande di lui, si ritira nella sua fattoria a Leesberg, in Virginia. Dopo qualche ora ignoti ladri penetrano in casa, non toccano nulla, non rubano nulla ma accoltellano a morte il ricercatore, quindi fuggono precipitosamente. La fattoria era isolata, l’uomo viveva da solo, perché fuggire così in fretta senza neanche un minimo di refurtiva?
Robert Schwartz era un esperto in tecniche del sequenziamento del DNA e in microrganismi patogeni.
12 novembre 2002: Benito Que riceve una misteriosa telefonata e lascia precipitosamente il suo laboratorio. Dopo poche ore viene ritrovato in coma nel parcheggio del Miami Medical School, morirà poco dopo senza aver ripreso conoscenza. La morte viene attribuita a un attacco cardiaco, acnhe perché nessun segno di trauma viene riscontrato in nessuna parte del corpo. La famiglia, che all’inizio aveva dichiarato come l’uomo fosse in perfetta salute, parlando anche di una aggressione subita da quattro sconosciuti, dopo l’inchiesta della polizia sottoscrisse un referto che attribuiva la morte a cause naturali.
Il dottor Benito Que era un esperto di malattie infettive, specializzato in biologia cellulare proprio presso il Miami Medical School.
Queste tre brevi e tragiche storie iniziali, sono soltanto alcuni degli avvenimenti di quella che sembra essere una terribile mappa, nella quale le numerose x sono tranti altri medici, ricercatori e scienziati deceduti in circostanze misteriose, se non addirittura del tutto anomale.
Marconi Connection:
Durante il 1980, una anomala serie di suicidi e morti avvenute in circostanze misteriose, interessò scienziati ed esperti che prestavano la loro opera presso la Marconi Company Ltd e la Plessey Company, due grandi compagnie all’avanguardia nello studio e nella produzione di sistemi di difesa e telecomunicazione.
In seguito a questi avvenimenti venne ufficialmente negato che i ricercatori in questione fossero coinvolti in progetti governativi classificati come Star Wars, ovvero inseriti nel progetto omonimo nato come arma di difesa in prospettiva di un attacco missilistico sovietico; proprio in riferimento allo Star Wars Project è importante far notare che, da più parti, è stato avanzato il sospetto che, in realtà, l’intera operazione sia nata per difendere l’america e i suoi alleati da un eventuale attacco proveniente dallo spazio esterno.
Ma ritorniamo alla nostra vicenda; nel marzo del 1982 il professor Keith Bowden, esperto programmatore e scienziato presso la Essex University, è ancora impegnato a prestare la sua opera presso la Marconi, soprattutto nel campo dei super computer e del controllo elettronico di aerei militari da terra.
Finito il proprio turno saluta frettolosamente i colleghi e si mette in viaggio per ritornare a casa; appena si immette in una strada a doppia carreggiata perde improvvisamente il controllo del veicolo; l’auto si ribalta più volte finendo la sua corsa su una vecchia linea ferroviaria in disuso.
La polizia chiude il caso imputando l’incidente al forte tasso alcolico riscontrato nel corpo del professor Bowden, ma la famiglia e gli amici negano con forza e si rifiutano di firmare il referto: Bowden non aveva mai bevuto in vita sua.
Aprile 1983: Anthony Godley, tenente colonnello con una profonda esperienza nel campo dell’Unità di Analisi Militare presso il Royal College of Science, sparisce letteralmente nel nulla. Successivamente ne verrà dichiarata la morte presunta.
Marzo 1985: Roger Hill, esperto di radar, progettista e disegnatore presso la Marconi.
Viene ritrovato nella propria abitazione ucciso con un colpo di fucile; il coroner chiudeil caso come suicidio, ma rimane senza spiegazione il motivo per il quale, con pistole e altri mezzi a disposizione, abbia deciso di uccidersi con un’arma che non è certo la più adatta per atti del genere.
Novembre 1985: Jonathan Wash, esperto in comunicazione digitale con anni di esperienza pregressa presso il centro di ricerca segreto della British Telecom.
Muore a causa di una caduta nella sua camera d’albergo ad Abidjan (Africa). Il verdetto del coroner sarà morte accidentale e le varie minacce di morte più volte lamentate dal ricercatore saranno archiviate.
Agosto 1986: Vimal Dajibhai, responsabile dei test di software engineer e del controllo dei sistemi informatici relativi ai siluri Tigerfish e Stingray.
Muore cadendo dall’altezza di 74 metri mentre si trovava su un ponte in sospensione durante un controllo; il rapporto della polizia evidenzierà un piccolo foro, simile a una foratura prodotta da un ago, ma alla chiusura dell’inchiesta questa stranezza verrà addebitata a una delle tante conseguenze della caduta.
Ottobre 1986: Arshad Sharif, esperto di sistemi per la rilevazione di sottomarini attraverso il satellite.
Viene ritrovato cadavere in aperta campagna, ma quello che risulta “incredibile” è la dinamica della sua morte; ammettendo che sia vera l’ipotesi del suicidio ratificata dal coroner, Sharif si sarebbe legato una corda al collo, quindi avrebbe fissato l’altra estremità ad un albero, poi sarebbe ritornato sulla macchina e l’avrebbe fatta partire lasciando il pedale dell’accelleratore inceppato.
Cosa ancora più strana risulta poi la coincidenza relativa al fatto che, sia Sharif che Gennaio 1987: Richard Plug, consulente informatico ed esperto in comunicazione digitale.
Viene ritrovato morto nel proprio appartamento con i piedi legati e la testa avvolta in un sacchetto di plastica; la corda era stata legata intorno al corpo e avvolta quattro volte intorno al collo.
Verdetto del coroner: incidente!
Marzo 1987: David Sands, scienziato.
Mentre si stava recando a lavoro, improvvisamente, senza alcuna plausibile ragione, decide di fare una inversione di marcia in piena autostrada, schiantandosi ad altissima velocità contro una vecchia caffetteria ormai in disuso.
Nell’auto vennero ritrovati numerosi contenitori di benzina.
Aprile 1987: Mark Wisner, esperto di software.
Viene ritrovato cadavere con un sacco di plastica intorno alla testa e alcuni metri di pellicola avvolti intorno al viso.
Verdetto del coroner: incidente!
Agosto 1988: Alistair Beckham, ingegnere informatico ed esperto in sistemi di difesa.
Viene ritrovato fulminato nel suo appartamento con ancora i cavi collegati al corpo.
Nello stesso mese viene ritrovato anche il cadavere di Peter Ferry, anche lui fulminato nel proprio appartamento e con ancora i cavi elettrici in bocca.
Ferry era assistente Marketing alla Marconi.
Medicina mortale:
Questa misteriosa e allo stesso tempo terribile sequenza non ha interessato soltanto la Marconi Company Ltd; anche in campo medico, e soprattutto nel ramo delle specializzazioni biologiche, laq lista è davvero impressionante.
A differenza del caso Marconi, la stranezza dei fatti che verranno riportati tra poco non risiede tanto nelle modalità (alcune sono comunque abbastanza singolari), bensì in una strana coincidenza che accomuna tutte le morti: le vittime erano tutte in fase di studio o in procinto di realizzare una scoperta innovativa in relazione al tipo di malattia che stavano studiando.
1995: il dottor Jawad Al Aurabaidi viene investito da un camion mentre sta cambiando una gomma fermo sul ciglio della strada.
Stava lavorando ad una ricerca innovativa nel campo dei micoplasmi.
Aprile 1986: il dottor Clive Burton muore in un incidente stradale in seguito a un pparente attacco di cuore.
Burton stava lavorando ad un nuovo ceppo di virus.
Maggio 1996: il dottor Tsunao Saitoh viene ucciso in auto con un colpo di pistola, stessa sorte subisce la figlia mentre tenta di fuggire.
Il ricercatore stava lavorando ad una ricerca innovativa in merito all’alzheimer, in particolare sulla deformazione della proteina amiloide.
Dicembre 1997: Sidney Harshman muore per una complicazione dovuta al diabete.
Harshman era professore di microbiologia e immunologia e stava per pubblicare i risultati di una sua clamorosa ricerca sulle tossine stafilococchiche.
Marzo 2000: Larry C. Ford muore per un colpo di fucile nel suo appartamento; il caso viene archiviato come suicidio.
Ford lavorava su ceppi virulenti di colera, antrace e botulino che riteneva fossero stati modificati su richiesta di una associazione paramilitare favorevole alla minoranza bianca in Sudafrica.
Giugno 2000: il dottor Ike Thomas muore in circostanze non ancora chiarite alcuni giorni dopo aver esaminato un campione prelevato a una bambina di dodici anni sopravvissuta alla meningite acuta.
Novembre 2000: Fred Knauert muore improvvisamente a casa sua; circostanze del decesso mai chiarite.
Il dottor Knauert lavorava per l’Us Army Medical Research Institute of Infectious Diseases e aveva da poco annunciato importanti rivelazioni.
Marzo 2001: il professor Janusz Jeljaszewicz, inizia con un certo successo un trattamento sperimentale sui tumori.
Morto in circostanze mai chiarite nel proprio appartamento.
Dicembre 2001: Nguyen Van Set annuncia di aver scoperto un ceppo virulento di vaiolo modificato intenzionalmente. Poche ore dopo, senza alcun apparente motivo, entra “per errore” in un laboratorio di stoccaggio e muore per una prolungata esposizione all’azoto.
Febbraio 2002: David W. Barry mette a punto l’AZt, un farmaco antivirale considerato il primo trattamento efficace contro l’AIDS. Non ha il tempo di testarlo efficacemente perché muore in circostanze misteriose subito dopo.
Febbraio 2002: il dottor Ian Langford, esperto in rischi e malattie ambientali viene trovato cadavere nella sua casa a Norwich (Inghilterra); è nudo dalla vita in giù e incastrato sotto una sedia.
Langford lavorava a una ipotesi di arma batteriologica urbana.
Si tratta di uno scenario abbastanza inquietante, soprattutto tenendo conto del fatto che la lista continua fino ai nostri giorni; da non sottovalutare poi un articolo apparso sulla rivista The Indipendant, nel quale si rilevava che la percentuale di presunti suicidi di scienziati legati alla Marconi Ltd risulta essere il doppio di quella che si riferisce a individui mentalmente sani nella popolazione nazionale.
Forse è proprio vero che la verità, a volte, può essere molto pericolosa, in questi casi è stata estremamente letale; c’è qualcosa di profondamente oscuro e sbagliato che si aggira per le tante stanze segrete dalle quali, in assoluta riservatezza, si muovono i fili del mondo, qualcosa da combattere in tutti i modi, magari proprio iniziando a parlarne.
16 Novembre 2001; il dottor Wiley, ricercatore presso il Howard Hughes Medical Institute presso l’Università di Harvard, viene ritrovato annegato nel fiume Mississippi.
Aveva noleggiato un’auto, si era recato su uno dei ponti nei pressi di Memphis, aveva parcheggiato il mezzo e, a piedi, si era recato nel fiume per suicidarsi. Perché noleggiare un’auto per suicidarsi?
Il dottor Wiley era un esperto nelle ricerche sul sistema immunitario e conduceva ricerche in merito al virus Ebola e l’HIV.
10 Dicembre 2001: Robert Schwartz, dopo aver avvisato i colleghi che non sarebbe andato a lavoro l’indomani, e dopo aver velatamente accennato al fatto che forse si era involontariamente inserito in qualcosa più grande di lui, si ritira nella sua fattoria a Leesberg, in Virginia. Dopo qualche ora ignoti ladri penetrano in casa, non toccano nulla, non rubano nulla ma accoltellano a morte il ricercatore, quindi fuggono precipitosamente. La fattoria era isolata, l’uomo viveva da solo, perché fuggire così in fretta senza neanche un minimo di refurtiva?
Robert Schwartz era un esperto in tecniche del sequenziamento del DNA e in microrganismi patogeni.
12 novembre 2002: Benito Que riceve una misteriosa telefonata e lascia precipitosamente il suo laboratorio. Dopo poche ore viene ritrovato in coma nel parcheggio del Miami Medical School, morirà poco dopo senza aver ripreso conoscenza. La morte viene attribuita a un attacco cardiaco, acnhe perché nessun segno di trauma viene riscontrato in nessuna parte del corpo. La famiglia, che all’inizio aveva dichiarato come l’uomo fosse in perfetta salute, parlando anche di una aggressione subita da quattro sconosciuti, dopo l’inchiesta della polizia sottoscrisse un referto che attribuiva la morte a cause naturali.
Il dottor Benito Que era un esperto di malattie infettive, specializzato in biologia cellulare proprio presso il Miami Medical School.
Queste tre brevi e tragiche storie iniziali, sono soltanto alcuni degli avvenimenti di quella che sembra essere una terribile mappa, nella quale le numerose x sono tranti altri medici, ricercatori e scienziati deceduti in circostanze misteriose, se non addirittura del tutto anomale.
Marconi Connection:
Durante il 1980, una anomala serie di suicidi e morti avvenute in circostanze misteriose, interessò scienziati ed esperti che prestavano la loro opera presso la Marconi Company Ltd e la Plessey Company, due grandi compagnie all’avanguardia nello studio e nella produzione di sistemi di difesa e telecomunicazione.
In seguito a questi avvenimenti venne ufficialmente negato che i ricercatori in questione fossero coinvolti in progetti governativi classificati come Star Wars, ovvero inseriti nel progetto omonimo nato come arma di difesa in prospettiva di un attacco missilistico sovietico; proprio in riferimento allo Star Wars Project è importante far notare che, da più parti, è stato avanzato il sospetto che, in realtà, l’intera operazione sia nata per difendere l’america e i suoi alleati da un eventuale attacco proveniente dallo spazio esterno.
Ma ritorniamo alla nostra vicenda; nel marzo del 1982 il professor Keith Bowden, esperto programmatore e scienziato presso la Essex University, è ancora impegnato a prestare la sua opera presso la Marconi, soprattutto nel campo dei super computer e del controllo elettronico di aerei militari da terra.
Finito il proprio turno saluta frettolosamente i colleghi e si mette in viaggio per ritornare a casa; appena si immette in una strada a doppia carreggiata perde improvvisamente il controllo del veicolo; l’auto si ribalta più volte finendo la sua corsa su una vecchia linea ferroviaria in disuso.
La polizia chiude il caso imputando l’incidente al forte tasso alcolico riscontrato nel corpo del professor Bowden, ma la famiglia e gli amici negano con forza e si rifiutano di firmare il referto: Bowden non aveva mai bevuto in vita sua.
Aprile 1983: Anthony Godley, tenente colonnello con una profonda esperienza nel campo dell’Unità di Analisi Militare presso il Royal College of Science, sparisce letteralmente nel nulla. Successivamente ne verrà dichiarata la morte presunta.
Marzo 1985: Roger Hill, esperto di radar, progettista e disegnatore presso la Marconi.
Viene ritrovato nella propria abitazione ucciso con un colpo di fucile; il coroner chiudeil caso come suicidio, ma rimane senza spiegazione il motivo per il quale, con pistole e altri mezzi a disposizione, abbia deciso di uccidersi con un’arma che non è certo la più adatta per atti del genere.
Novembre 1985: Jonathan Wash, esperto in comunicazione digitale con anni di esperienza pregressa presso il centro di ricerca segreto della British Telecom.
Muore a causa di una caduta nella sua camera d’albergo ad Abidjan (Africa). Il verdetto del coroner sarà morte accidentale e le varie minacce di morte più volte lamentate dal ricercatore saranno archiviate.
Agosto 1986: Vimal Dajibhai, responsabile dei test di software engineer e del controllo dei sistemi informatici relativi ai siluri Tigerfish e Stingray.
Muore cadendo dall’altezza di 74 metri mentre si trovava su un ponte in sospensione durante un controllo; il rapporto della polizia evidenzierà un piccolo foro, simile a una foratura prodotta da un ago, ma alla chiusura dell’inchiesta questa stranezza verrà addebitata a una delle tante conseguenze della caduta.
Ottobre 1986: Arshad Sharif, esperto di sistemi per la rilevazione di sottomarini attraverso il satellite.
Viene ritrovato cadavere in aperta campagna, ma quello che risulta “incredibile” è la dinamica della sua morte; ammettendo che sia vera l’ipotesi del suicidio ratificata dal coroner, Sharif si sarebbe legato una corda al collo, quindi avrebbe fissato l’altra estremità ad un albero, poi sarebbe ritornato sulla macchina e l’avrebbe fatta partire lasciando il pedale dell’accelleratore inceppato.
Cosa ancora più strana risulta poi la coincidenza relativa al fatto che, sia Sharif che Gennaio 1987: Richard Plug, consulente informatico ed esperto in comunicazione digitale.
Viene ritrovato morto nel proprio appartamento con i piedi legati e la testa avvolta in un sacchetto di plastica; la corda era stata legata intorno al corpo e avvolta quattro volte intorno al collo.
Verdetto del coroner: incidente!
Marzo 1987: David Sands, scienziato.
Mentre si stava recando a lavoro, improvvisamente, senza alcuna plausibile ragione, decide di fare una inversione di marcia in piena autostrada, schiantandosi ad altissima velocità contro una vecchia caffetteria ormai in disuso.
Nell’auto vennero ritrovati numerosi contenitori di benzina.
Aprile 1987: Mark Wisner, esperto di software.
Viene ritrovato cadavere con un sacco di plastica intorno alla testa e alcuni metri di pellicola avvolti intorno al viso.
Verdetto del coroner: incidente!
Agosto 1988: Alistair Beckham, ingegnere informatico ed esperto in sistemi di difesa.
Viene ritrovato fulminato nel suo appartamento con ancora i cavi collegati al corpo.
Nello stesso mese viene ritrovato anche il cadavere di Peter Ferry, anche lui fulminato nel proprio appartamento e con ancora i cavi elettrici in bocca.
Ferry era assistente Marketing alla Marconi.
Medicina mortale:
Questa misteriosa e allo stesso tempo terribile sequenza non ha interessato soltanto la Marconi Company Ltd; anche in campo medico, e soprattutto nel ramo delle specializzazioni biologiche, laq lista è davvero impressionante.
A differenza del caso Marconi, la stranezza dei fatti che verranno riportati tra poco non risiede tanto nelle modalità (alcune sono comunque abbastanza singolari), bensì in una strana coincidenza che accomuna tutte le morti: le vittime erano tutte in fase di studio o in procinto di realizzare una scoperta innovativa in relazione al tipo di malattia che stavano studiando.
1995: il dottor Jawad Al Aurabaidi viene investito da un camion mentre sta cambiando una gomma fermo sul ciglio della strada.
Stava lavorando ad una ricerca innovativa nel campo dei micoplasmi.
Aprile 1986: il dottor Clive Burton muore in un incidente stradale in seguito a un pparente attacco di cuore.
Burton stava lavorando ad un nuovo ceppo di virus.
Maggio 1996: il dottor Tsunao Saitoh viene ucciso in auto con un colpo di pistola, stessa sorte subisce la figlia mentre tenta di fuggire.
Il ricercatore stava lavorando ad una ricerca innovativa in merito all’alzheimer, in particolare sulla deformazione della proteina amiloide.
Dicembre 1997: Sidney Harshman muore per una complicazione dovuta al diabete.
Harshman era professore di microbiologia e immunologia e stava per pubblicare i risultati di una sua clamorosa ricerca sulle tossine stafilococchiche.
Marzo 2000: Larry C. Ford muore per un colpo di fucile nel suo appartamento; il caso viene archiviato come suicidio.
Ford lavorava su ceppi virulenti di colera, antrace e botulino che riteneva fossero stati modificati su richiesta di una associazione paramilitare favorevole alla minoranza bianca in Sudafrica.
Giugno 2000: il dottor Ike Thomas muore in circostanze non ancora chiarite alcuni giorni dopo aver esaminato un campione prelevato a una bambina di dodici anni sopravvissuta alla meningite acuta.
Novembre 2000: Fred Knauert muore improvvisamente a casa sua; circostanze del decesso mai chiarite.
Il dottor Knauert lavorava per l’Us Army Medical Research Institute of Infectious Diseases e aveva da poco annunciato importanti rivelazioni.
Marzo 2001: il professor Janusz Jeljaszewicz, inizia con un certo successo un trattamento sperimentale sui tumori.
Morto in circostanze mai chiarite nel proprio appartamento.
Dicembre 2001: Nguyen Van Set annuncia di aver scoperto un ceppo virulento di vaiolo modificato intenzionalmente. Poche ore dopo, senza alcun apparente motivo, entra “per errore” in un laboratorio di stoccaggio e muore per una prolungata esposizione all’azoto.
Febbraio 2002: David W. Barry mette a punto l’AZt, un farmaco antivirale considerato il primo trattamento efficace contro l’AIDS. Non ha il tempo di testarlo efficacemente perché muore in circostanze misteriose subito dopo.
Febbraio 2002: il dottor Ian Langford, esperto in rischi e malattie ambientali viene trovato cadavere nella sua casa a Norwich (Inghilterra); è nudo dalla vita in giù e incastrato sotto una sedia.
Langford lavorava a una ipotesi di arma batteriologica urbana.
Si tratta di uno scenario abbastanza inquietante, soprattutto tenendo conto del fatto che la lista continua fino ai nostri giorni; da non sottovalutare poi un articolo apparso sulla rivista The Indipendant, nel quale si rilevava che la percentuale di presunti suicidi di scienziati legati alla Marconi Ltd risulta essere il doppio di quella che si riferisce a individui mentalmente sani nella popolazione nazionale.
Forse è proprio vero che la verità, a volte, può essere molto pericolosa, in questi casi è stata estremamente letale; c’è qualcosa di profondamente oscuro e sbagliato che si aggira per le tante stanze segrete dalle quali, in assoluta riservatezza, si muovono i fili del mondo, qualcosa da combattere in tutti i modi, magari proprio iniziando a parlarne.
lunedì 9 maggio 2011
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