mercoledì 21 settembre 2011

Conoscenze mortali

Storie di ricercatori e scienziati vittime delle loro scoperte.


16 Novembre 2001; il dottor Wiley, ricercatore presso il Howard Hughes Medical Institute presso l’Università di Harvard, viene ritrovato annegato nel fiume Mississippi.
Aveva noleggiato un’auto, si era recato su uno dei ponti nei pressi di Memphis, aveva parcheggiato il mezzo e, a piedi, si era recato nel fiume per suicidarsi. Perché noleggiare un’auto per suicidarsi?
Il dottor Wiley era un esperto nelle ricerche sul sistema immunitario e conduceva ricerche in merito al virus Ebola e l’HIV.

10 Dicembre 2001: Robert Schwartz, dopo aver avvisato i colleghi che non sarebbe andato a lavoro l’indomani, e dopo aver velatamente accennato al fatto che forse si era involontariamente inserito in qualcosa più grande di lui, si ritira nella sua fattoria a Leesberg, in Virginia. Dopo qualche ora ignoti ladri penetrano in casa, non toccano nulla, non rubano nulla ma accoltellano a morte il ricercatore, quindi fuggono precipitosamente. La fattoria era isolata, l’uomo viveva da solo, perché fuggire così in fretta senza neanche un minimo di refurtiva?
Robert Schwartz era un esperto in tecniche del sequenziamento del DNA e in microrganismi patogeni.

12 novembre 2002: Benito Que riceve una misteriosa telefonata e lascia precipitosamente il suo laboratorio. Dopo poche ore viene ritrovato in coma nel parcheggio del Miami Medical School, morirà poco dopo senza aver ripreso conoscenza. La morte viene attribuita a un attacco cardiaco, acnhe perché nessun segno di trauma viene riscontrato in nessuna parte del corpo. La famiglia, che all’inizio aveva dichiarato come l’uomo fosse in perfetta salute, parlando anche di una aggressione subita da quattro sconosciuti, dopo l’inchiesta della polizia sottoscrisse un referto che attribuiva la morte a cause naturali.
Il dottor Benito Que era un esperto di malattie infettive, specializzato in biologia cellulare proprio presso il Miami Medical School.

Queste tre brevi e tragiche storie iniziali, sono soltanto alcuni degli avvenimenti di quella che sembra essere una terribile mappa, nella quale le numerose x sono tranti altri medici, ricercatori e scienziati deceduti in circostanze misteriose, se non addirittura del tutto anomale.

Marconi Connection:

Durante il 1980, una anomala serie di suicidi e morti avvenute in circostanze misteriose, interessò scienziati ed esperti che prestavano la loro opera presso la Marconi Company Ltd e la Plessey Company, due grandi compagnie all’avanguardia nello studio e nella produzione di sistemi di difesa e telecomunicazione.
In seguito a questi avvenimenti venne ufficialmente negato che i ricercatori in questione fossero coinvolti in progetti governativi classificati come Star Wars, ovvero inseriti nel progetto omonimo nato come arma di difesa in prospettiva di un attacco missilistico sovietico; proprio in riferimento allo Star Wars Project è importante far notare che, da più parti, è stato avanzato il sospetto che, in realtà, l’intera operazione sia nata per difendere l’america e i suoi alleati da un eventuale attacco proveniente dallo spazio esterno.
Ma ritorniamo alla nostra vicenda; nel marzo del 1982 il professor Keith Bowden, esperto programmatore e scienziato presso la Essex University, è ancora impegnato a prestare la sua opera presso la Marconi, soprattutto nel campo dei super computer e del controllo elettronico di aerei militari da terra.
Finito il proprio turno saluta frettolosamente i colleghi e si mette in viaggio per ritornare a casa; appena si immette in una strada a doppia carreggiata perde improvvisamente il controllo del veicolo; l’auto si ribalta più volte finendo la sua corsa su una vecchia linea ferroviaria in disuso.
La polizia chiude il caso imputando l’incidente al forte tasso alcolico riscontrato nel corpo del professor Bowden, ma la famiglia e gli amici negano con forza e si rifiutano di firmare il referto: Bowden non aveva mai bevuto in vita sua.
Aprile 1983: Anthony Godley, tenente colonnello con una profonda esperienza nel campo dell’Unità di Analisi Militare presso il Royal College of Science, sparisce letteralmente nel nulla. Successivamente ne verrà dichiarata la morte presunta.
Marzo 1985: Roger Hill, esperto di radar, progettista e disegnatore presso la Marconi.
Viene ritrovato nella propria abitazione ucciso con un colpo di fucile; il coroner chiudeil caso come suicidio, ma rimane senza spiegazione il motivo per il quale, con pistole e altri mezzi a disposizione, abbia deciso di uccidersi con un’arma che non è certo la più adatta per atti del genere.
Novembre 1985: Jonathan Wash, esperto in comunicazione digitale con anni di esperienza pregressa presso il centro di ricerca segreto della British Telecom.
Muore a causa di una caduta nella sua camera d’albergo ad Abidjan (Africa). Il verdetto del coroner sarà morte accidentale e le varie minacce di morte più volte lamentate dal ricercatore saranno archiviate.
Agosto 1986: Vimal Dajibhai, responsabile dei test di software engineer e del controllo dei sistemi informatici relativi ai siluri Tigerfish e Stingray.
Muore cadendo dall’altezza di 74 metri mentre si trovava su un ponte in sospensione durante un controllo; il rapporto della polizia evidenzierà un piccolo foro, simile a una foratura prodotta da un ago, ma alla chiusura dell’inchiesta questa stranezza verrà addebitata a una delle tante conseguenze della caduta.
Ottobre 1986: Arshad Sharif, esperto di sistemi per la rilevazione di sottomarini attraverso il satellite.
Viene ritrovato cadavere in aperta campagna, ma quello che risulta “incredibile” è la dinamica della sua morte; ammettendo che sia vera l’ipotesi del suicidio ratificata dal coroner, Sharif si sarebbe legato una corda al collo, quindi avrebbe fissato l’altra estremità ad un albero, poi sarebbe ritornato sulla macchina e l’avrebbe fatta partire lasciando il pedale dell’accelleratore inceppato.
Cosa ancora più strana risulta poi la coincidenza relativa al fatto che, sia Sharif che Gennaio 1987: Richard Plug, consulente informatico ed esperto in comunicazione digitale.
Viene ritrovato morto nel proprio appartamento con i piedi legati e la testa avvolta in un sacchetto di plastica; la corda era stata legata intorno al corpo e avvolta quattro volte intorno al collo.
Verdetto del coroner: incidente!
Marzo 1987: David Sands, scienziato.
Mentre si stava recando a lavoro, improvvisamente, senza alcuna plausibile ragione, decide di fare una inversione di marcia in piena autostrada, schiantandosi ad altissima velocità contro una vecchia caffetteria ormai in disuso.
Nell’auto vennero ritrovati numerosi contenitori di benzina.
Aprile 1987: Mark Wisner, esperto di software.
Viene ritrovato cadavere con un sacco di plastica intorno alla testa e alcuni metri di pellicola avvolti intorno al viso.
Verdetto del coroner: incidente!
Agosto 1988: Alistair Beckham, ingegnere informatico ed esperto in sistemi di difesa.
Viene ritrovato fulminato nel suo appartamento con ancora i cavi collegati al corpo.
Nello stesso mese viene ritrovato anche il cadavere di Peter Ferry, anche lui fulminato nel proprio appartamento e con ancora i cavi elettrici in bocca.
Ferry era assistente Marketing alla Marconi.

Medicina mortale:

Questa misteriosa e allo stesso tempo terribile sequenza non ha interessato soltanto la Marconi Company Ltd; anche in campo medico, e soprattutto nel ramo delle specializzazioni biologiche, laq lista è davvero impressionante.
A differenza del caso Marconi, la stranezza dei fatti che verranno riportati tra poco non risiede tanto nelle modalità (alcune sono comunque abbastanza singolari), bensì in una strana coincidenza che accomuna tutte le morti: le vittime erano tutte in fase di studio o in procinto di realizzare una scoperta innovativa in relazione al tipo di malattia che stavano studiando.
1995: il dottor Jawad Al Aurabaidi viene investito da un camion mentre sta cambiando una gomma fermo sul ciglio della strada.
Stava lavorando ad una ricerca innovativa nel campo dei micoplasmi.
Aprile 1986: il dottor Clive Burton muore in un incidente stradale in seguito a un pparente attacco di cuore.
Burton stava lavorando ad un nuovo ceppo di virus.
Maggio 1996: il dottor Tsunao Saitoh viene ucciso in auto con un colpo di pistola, stessa sorte subisce la figlia mentre tenta di fuggire.
Il ricercatore stava lavorando ad una ricerca innovativa in merito all’alzheimer, in particolare sulla deformazione della proteina amiloide.
Dicembre 1997: Sidney Harshman muore per una complicazione dovuta al diabete.
Harshman era professore di microbiologia e immunologia e stava per pubblicare i risultati di una sua clamorosa ricerca sulle tossine stafilococchiche.
Marzo 2000: Larry C. Ford muore per un colpo di fucile nel suo appartamento; il caso viene archiviato come suicidio.
Ford lavorava su ceppi virulenti di colera, antrace e botulino che riteneva fossero stati modificati su richiesta di una associazione paramilitare favorevole alla minoranza bianca in Sudafrica.
Giugno 2000: il dottor Ike Thomas muore in circostanze non ancora chiarite alcuni giorni dopo aver esaminato un campione prelevato a una bambina di dodici anni sopravvissuta alla meningite acuta.
Novembre 2000: Fred Knauert muore improvvisamente a casa sua; circostanze del decesso mai chiarite.
Il dottor Knauert lavorava per l’Us Army Medical Research Institute of Infectious Diseases e aveva da poco annunciato importanti rivelazioni.
Marzo 2001: il professor Janusz Jeljaszewicz, inizia con un certo successo un trattamento sperimentale sui tumori.
Morto in circostanze mai chiarite nel proprio appartamento.
Dicembre 2001: Nguyen Van Set annuncia di aver scoperto un ceppo virulento di vaiolo modificato intenzionalmente. Poche ore dopo, senza alcun apparente motivo, entra “per errore” in un laboratorio di stoccaggio e muore per una prolungata esposizione all’azoto.
Febbraio 2002: David W. Barry mette a punto l’AZt, un farmaco antivirale considerato il primo trattamento efficace contro l’AIDS. Non ha il tempo di testarlo efficacemente perché muore in circostanze misteriose subito dopo.
Febbraio 2002: il dottor Ian Langford, esperto in rischi e malattie ambientali viene trovato cadavere nella sua casa a Norwich (Inghilterra); è nudo dalla vita in giù e incastrato sotto una sedia.
Langford lavorava a una ipotesi di arma batteriologica urbana.

Si tratta di uno scenario abbastanza inquietante, soprattutto tenendo conto del fatto che la lista continua fino ai nostri giorni; da non sottovalutare poi un articolo apparso sulla rivista The Indipendant, nel quale si rilevava che la percentuale di presunti suicidi di scienziati legati alla Marconi Ltd risulta essere il doppio di quella che si riferisce a individui mentalmente sani nella popolazione nazionale.
Forse è proprio vero che la verità, a volte, può essere molto pericolosa, in questi casi è stata estremamente letale; c’è qualcosa di profondamente oscuro e sbagliato che si aggira per le tante stanze segrete dalle quali, in assoluta riservatezza, si muovono i fili del mondo, qualcosa da combattere in tutti i modi, magari proprio iniziando a parlarne.

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