venerdì 11 ottobre 2019

UFO: dall'osservazione meccanica al fattore umano

Cosa ci induce a pensare che tutti gli Ufo avvistati siano velivoli di natura extraterrestre dotati di equipaggio? Avrebbe molto più senso monitorare il nostro pianeta attraverso delle semplici sonde, attuando una fase preparatoria e di analisi dei rischi che, in seguito, agevolerebbe l’arrivo di velivoli con relativo pilota. Per quanto l’ipotesi possa apparire fantastica, noi faremmo di certo la stessa cosa e nulla ci porta ad escludere che, almeno in molti dei casi analizzati, gli Ufo protagonisti di molti avvistamenti, siano in realtà delle sonde o dei droni. Qualora i risultati ottenuti durante la fase di osservazione fornissero un margine sufficiente di interesse e di sicurezza, non sarebbe poi così difficile sostituire alle macchine unità senzienti, veri e propri equipaggi che iniziano a prendere familiarità con l’oggetto principale del loro interesse, in questo caso il nostro pianeta. Questi presupposti implicherebbero lo studio dei mezzi di trasporto e di comunicazione usati dagli abitanti del pianeta, oltre al progetto di una loro possibile replica, se non addirittura una loro fattibile evoluzione. Gli Ufo si sono mai prodigati in tal senso? Proviamo a ricercare nella letteratura ufologica. La casistica sembra abbastanza vasta; treni, navi, aerei, e le stesse automobili, sono state da sempre “osservate” e “studiate” dai nostri misteriosi visitatori, sono state inseguite e sorvolate, prese di mira, e non soltanto in tempi recenti. Le prime testimonianze di esseri dalla vaga forma umana (probabilmente gli equipaggi in sostituzione dei droni), risalgono già al lontano 1897; fu proprio in quel periodo che Ufo posati al suolo, con figure umanoidi che si aggiravano intorno al velivolo, furono segnalati negli USA; avvistamenti simili avvennero in seguito in Australia (1951) e pochi anni dopo in Germania, per poi diventare quasi un motivo costante in molti altri paesi. Un caso abbastanza particolare risale al 1954 ed ha come protagonista un veterinario francese, il dottor Henri Robert. Trovandosi a percorrere la nazionale 314, vide improvvisamente apparire in cielo quattro velivoli brillanti di forma circolare intenti a compiere evoluzioni l’uno sull’altro, a circa trecento metri di altezza. Fece appena in tempo a concentrare meglio lo sguardo quando, improvvisamente, uno dei tre dischi iniziò a scendere a zig zag fin quasi a sfiorare il suolo, dirigendosi proprio contro l’auto del dottore. Mancavano appena cinquanta metri alla collisione quando l’auto, misteriosamente, si fermò da sola, i fari si spensero e cessò ogni tipo di attività elettrica; l’uomo rimase come paralizzato ma riuscì comunque a seguire le manovre di un piccolo essere che sembrava armeggiare nervosamente intorno all’oggetto ancora luccicante. Passarono pochi minuti, la luce del misterioso velivolo iniziò sempre più ad affievolirsi, fino a sparire del tutto; quando i fari dell’auto si riaccesero il testimone riuscì a vedere l’Ufo che, silenziosamente, si allontanava prendendo rapidamente quota. Anche se i nostri misteriosi visitatori sembrano particolarmente interessati alle nostre auto e ai nostri aerei, in alcuni casi non hanno disdegnato di “osservare” anche uno dei nostri più diffusi sistemi di trasporto: il treno. Novembre 1955: un treno si muove a circa centocinquanta chilometri da Las Vegas, tra i passeggeri a bordo anche il noto astronomo Frank Halstead, per ben quindici anni direttore dell’osservatorio Darling a Duluth (Minnesotha), al quale dobbiamo questa testimonianza. Il treno avanzava parallelamente a una catena di montagne, quando, sporgendosi dal finestrino, sia Halstead, che numerosi altri testimoni, osservarono un misterioso velivolo che andava nello stesso senso del convoglio ferroviario. L’oggetto si trovava proprio sopra le montagne, aveva la forma di un grande sigaro allungato ed era lungo circa duecentocinquanta metri, dato che venne desunto prendendo come paragone gli alberi sulla montagna.
Lo strano velivolo, improvvisamente, sembrò quasi “accordarsi” con la velocità del treno e dopo circa cinque minuti venne raggiunto da un altro oggetto, questa volta di forma discoidale e molto più brillante, di circa trenta metri di diametro. Quest’ultimo era piatto e presentava quella che sembrava essere una sorta di cupola posta proprio alla sommità. Entrambi proseguirono alla stessa velocità del treno per circa tre minuti, quindi si alzarono improvvisamente e sparirono in una manciata di secondi. La stessa sorte è toccata alla Landovery Castle, una nave che la sera del 30 giugno 1947 costeggiava le coste del Kenia; a bordo si trovavano dodici persone tra le quali il capitano, e tutte insieme osservavano con stupore un enorme oggetto scuro in fase di avvicinamento. Dalle notizie trascritte sul giornale di bordo, apprendiamo che il misterioso velivolo rimase sospeso a circa trenta metri sopra il mare. Improvvisamente l’oggetto accese un faro, era di un bianco accecante, e proprio sfruttando il suo riflesso gli uomini a bordo riuscirono a distinguere qualcosa di molto simile ad un enorme dirigibile, lungo almeno il doppio della nave, ovvero circa trecento metri. Sembrava composto da un materiale che rifletteva la luce rinviata dal mare; l’oggetto avanzò verso la nave per qualche minuto, quindi spense il faro e si alzò in volo senza produrre alcun rumore, sparendo nella notte. Questo atteggiamento di “studio” e osservazione rimane costante nel tempo, ed è facilmente riscontrabile in quasi tutta la casistica ufologica ad oggi registrata. Spesso accade che gli Ufo lascino tracce della loro presenza, un esempio è quanto accaduto nel 1964 nello stato della Georgia. Il 29 giugno del 1964, B. E. Parham si trovava alla guida della sua auto lungo la strada numero 59 quando uno strano compagno di viaggio iniziò a seguirlo; questo strano incontro durò per ben tre chilometri. L’oggetto in questione somigliava ad una sorta di “tetto rovesciato” con una pendenza di circa due metri di lunghezza, spinto da vistose fiamme e con lo stesso movimento di una enorme trottola. L’Ufo sembrava costantemente seguire il veicolo, si alzava, si spostava velocemente, si poneva al suo fianco per poi rialzarsi improvvisamente; in pochi secondi scese sull’auto provocando un calore soffocante e un forte odore di acido formico. Non appena l’oggetto sfiorò il tetto dell’auto il motore si spense, e l’Ufo virò bruscamente alzandosi a velocità incredibile. Giunto all’aeroporto di Spartanburg (Carolina del sud), Parham fece esaminare l’auto, e sul tettuccio, vistosamente rovinato, venne trovato un prodotto vischioso che non si riuscì mai a classificare. Coincidenze?!

Nessun commento:

Posta un commento