lunedì 24 settembre 2012

Un nuovo mondo, se ne sarai capace!

La frase che titola questo mio nuovo intervento non è mia, molti di certo l’avranno riconosciuta come qualcosa di già sentito, altri ancora ne avranno identificato la fonte; a parlare è il Colonnello Philip J. Corso, mentre il libro dal quale è tratta si chiama “L’alba di una nuova era”, curato da Maurizio Baiata. Questa frase, trasmessa telepaticamente a Corso all’interno di un particolare scenario descritto nel dodicesimo capitolo del libro, riveste una particolare importanza e mai come oggi diventa di estrema attualità in una visione globale e multidisciplinare del fenomeno Ufo. Alla domanda su cosa potrà avere in cambio se concederà dieci minuti liberi dall'occhio indiscreto dei radar, una creatura aliena risponde “…Un nuovo mondo, se ne sarai capace”; non si tratta della descrizione di un incontro ravvicinato, che potrebbe apparire anche forzato agli occhi degli scettici, Corso considerò fin da subito come un parto della mente quanto gli era accaduto, e rimase fermo su questo opinione almeno fino al 1960. Ma quello che più ci interessa in questo contesto non è una analisi dell’accaduto bensì la risposta avuta da Corso, una frase che spesso amo leggere omettendo il “se” e aggiungendo un bel punto interrogativo alla fine. Ne sarai capace? Ne saremo capaci? Qualcosa di imponderabile preme sulla nostra realtà, riesce a tratti a stravolgerla, a renderla forse meno sicura ma almeno più vicina alla vera essenza dell’universo; si tratta della realizzazione di un pensiero che ci appartiene da sempre, che impegnava i filosofi greci in accesi dibattiti e che timidamente inizia a coinvolgere anche gli scienziati più scettici e recalcitranti: non siamo soli nell’universo. Su questo concetto, e in particolare sulla ricaduta che esso potrebbe avere in termini psicologici, religiosi, sociali, di sicurezza, si è già parlato ampiamente e si continuerà di certo a discutere, cosa rende allora così particolarmente importante questa frase estratta dalle memorie del Colonnello Corso? Non c’è alcun atteggiamento ostile, nessuna minaccia così come nessuna concessione, la realtà aliena entra nella nostra dimensione, inizia a palesarsi, ci offre una visione alternativa, segue un suo filo logico al quale possiamo o meno uniformarci. “Se ne sarai capace” si rivolge direttamente a quell’uomo che un tempo era costruttore di mondi, di piccoli microcosmi all’interno di un immenso universo; siamo noi i costruttori di mondi, e non certo di mondi fisici ma di piani di coscienza che serviranno in seguito a rimodellare e restituire fisicamente un mondo diverso. In questo caso la presenza aliena diventa uno scenario di riferimento, attraverso il quale si concretizza la risposta all’antico quesito posto dai filosofi greci e dal quale si può evincere una nuova concezione dell’essere umano, non più schiavo di se stesso, non più schiavo dell’idea, forzatamente e volontariamente inculcata nelle nostre menti, di essere l’unica forma di vita esistente in un immenso, freddo e buio universo. “Se ne sarai capace” parla alle coscienze, alla loro vetusta paura di confrontarsi con qualcosa che manderebbe in pezzi ogni convenzione, che attentano ad ognuna di quelle sicurezze che con tanta fatica ci siamo imposti e abbiamo conquistato pur di sopravvivere in un sistema avaro ed estremamente esigente. Esserne capaci diventa però una doppia sfida, non dovremo soltanto fare i conti con tutto quello che, volontariamente o meno, abbiamo contribuito a costruire, dovremo anche iniziare a cambiare la nostra visione di insieme, trasformarla in uno sguardo che osservi e percepisca la globalità dell’esistenza e delle sue innumerevoli connessioni dentro e fuori il pianeta Terra. Non è più tempo di alzare mura e fortificare quel piccolo fazzoletto di terra che siamo riusciti a strappare alla concorrenza, abbiamo bisogno di considerare la questione aliena come materia e dimensione multidisciplinare, nella quale siamo tutti coinvolti e alla quale possiamo accedere soltanto quando inizieremo ad osservare sotto un duplice aspetto ogni pezzo di questo intricato puzzle: la sua intrinseca valenza e la sua decisiva importanza all’interno dell’intero scenario. Ne saremo capaci? Credit foto: www.mauriziobaiata.net

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