mercoledì 26 settembre 2012
Alieni allo specchio
Proprio in questi giorni si riaccendono i riflettori sul grande cinema, quello tosto, quello capace di dividere le masse, di far cozzare tra loro i pensieri, i punti di vista.
Se il re incontrastato di questo scenario sembra essere, almeno per adesso, l’ultima creatura di Ridley Scott, Prometheus, l’etichetta più generale di “film di fantascienza” sembra offrirci lo scenario ideale per una analisi che vada oltre gli effetti speciali e l’assordante rumore delle varie scene di azione.
Analizzando la produzione cinematografica americana dedicata alla science fiction, inutile parlare di quella italiana, praticamente inesistente, il primo dato che emerge è abbastanza sorprendente e degno di nota; gli alieni sono una minaccia per la Terra e il loro unico scopo è quello di distruggerci.
Di certo si potrebbe obiettare che questa visione è un ovvio riflesso di quello che è poi lo scopo principale di ogni produttore, regista e casa di produzione, ovvero guadagnare sul prodotto realizzato; anche se ET è riuscito a conquistare i cuori di milioni di spettatori, è altrettanto palese che un sano action fantasy movie, di tanto di cattivi, magari potenti oltre ogni limite, con una tecnologia superiore e un alone di mistero, farà indubbiamente da richiamo quasi fosse un novello pifferaio magico; se poi questi super cattivi sono degli alieni il gioco è fatto.
L’idea dell’alieno come minaccia estrema per il genere umano non è del tutto nuova, risulta direttamente collegata alla paura del diverso così come la visione sullo schermo di questa paura diventa allo stesso tempo l’estremo atto di esorcizzarla.
Il tema di fondo risiede proprio nel termine usato: “alieno”, qualcosa che non appartiene a questo mondo, che è diversa da tutto ciò che conosciamo e che proprio per questa sua diversità rappresenta una minaccia agli schemi mentali, a tutto quello che faticosamente, negli anni, abbiamo messo in ordine, inquadrato, etichettato.
Il diverso ci fa paura e questo sentimento di amplifica in maniera esponenziale quando questo diverso ci viene presentato come un abitante di altri mondi, un essere più evoluto, più intelligente, con una tecnologia a noi del tutto sconosciuta; si potrebbe quasi affermare che la vera paura non risiede nel suo aspetto bensì nel fatto che potrebbe essere anni luce più avanti di noi.
Estremizzando quest’ultimo concetto forse non sarebbe poi così del tutto sbagliato affermare che non è l’alieno o l’extraterrestre a farci paura, il vero terrore è dato dal fatto che la sua conoscenza è superiore alla nostra.
A ben vedere quello che ci spaventa è la possibilità che qualcosa, qualcuno, ci porti a rivedere il nostro concetto di evoluzione, di umanità, a rileggere la storia; ci terrorizza il fatto che le probabilità di essere vissuti in un sistema creato apposta per noi crescono giorno dopo giorno in maniera esponenziale, ci mette in agitazione il solo pensiero che dovremmo in qualche modo iniziare a cambiare i nostri parametri di valutazione, a pensare che forse non tutto è come ci è stato detto.
A questo punto esiste solo un modo per arginare questo fiume travolgente che rischia di spazzare via tutte quelle comode convinzioni che accompagnano il nostro quotidiano, e questo modo è quello di demonizzare la sorgente di ogni dubbio, farne un nemico da combattere, il tutto con il benestare di alcuni movimenti ufologici estremi, attivi soprattutto in America, che hanno pensato bene di stabilire un semplice ma estremamente pericolo parallelo: gli alieni sono emissari del Demonio, gli Ufo i mezzi che Satana usa per confonderci.
In realtà la vera confusione regna sovrana in noi stessi, alimentata da una crisi imposta dai poteri forti, da un futuro che potrebbe non essere più tale per i nostri figli, da una sempre più graduale perdita di valori, uno scenario da incubo che nutre i campi un tempo fertili della nostra coscienza con i semi della discordia e che al posto di solidi alberi dai quali un tempo nascevano le idee e le intuizioni lascia crescere improvvisati mistici, santoni e profeti di sventura che trovano di certo molto redditizio nutrire le nostre paure.
Forse è più facile temere e allontanare con ogni mezzo tutto quello che, in qualche modo, potrebbe intaccare le nostre convinzioni, o per meglio dire le convinzioni che altri hanno accuratamente predisposto, studiato e immesso nei circuiti della disinformazione e dell’appiattimento delle coscienze.
Ma forse la vera paura è quella che proviamo ogni volta che ci guardiamo allo specchio, la paura che deriva dalla consapevolezza di osservare volti ed espressioni tutte uguali, il timore di cogliere sia pure di sfuggita quella sensazione di smarrimento che ci rende tutti alieni rispetto al mondo nel quale viviamo, quel sentimento che ci porta a riflettere su come e per cosa stiamo spendendo la nostra vita.
I veri alieni, in fondo, siamo sempre stati noi, e assistere ad un film che ci suggerisce l’ipotesi di una nostra genetica nata e voluta da esseri provenienti dallo spazio non fa che rendere ancora nitida quella immagine riflessa allo specchio, perché ogni volta che cercheremo la nostra immagine riflessa dovremo fare i conti con il fatto che non è soltanto quella di un alieno dal sistema che lo circonda e lo opprime, ma anche quella di un extraterrestre.
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