sabato 8 gennaio 2011

ALBERI NELLO SPAZIO...


Quale sarà il colore delle piante aliene? La domanda, per quanto possa apparire “strana”, nasconde in realtà una grande importanza scientifica, poiché il colore della superficie di un pianeta è il primo rivelatore di eventuali forme di vita, o comunque della presenza di organismi che raccolgono la luce proveniente dalla stella attorno a cui orbita grazie alla fotosintesi.
In tal modo, e per effetto della fotosintesi che si adattata allo spettro della luce che raggiunge gli organismi, potremmo riscontrare colori compresi tra il viola profondo e l'infrarosso, mentre intorno a stelle più calde e più blu del Sole, le piante assorbirebbero luce blu e avrebbero un colore verde, giallo o rosso.
Al contrario, intorno a stelle più fredde, i pianeti ricevono meno luce visibile, e le piante cercherebbero forse di assorbirne il più possibile, facendole apparire nere ai nostri occhi.
Questa particolare ipotesi di ricerca sembra interessare sempre più ricercatori, aprendo nuovi orizzonti nella speculazione in merito alla vita e alle sue possibili forme su altri pianeti.
Recentemente, ad esempio, è stata ventilata l’ipotesi che anche Venere possa ospitare svariate forme di vita batterica.
Nonostante le condizioni proibitive, il pianeta potrebbe ospitare molti batteri, a tal punto che gli esobiologi hanno preso in seria considerazione questa possibilità.
L’atmosfera del pianeta Venere, resa velenosa dall’anidride carbonica e dall’acido solforico, non rende certo l’immagine di un luogo particolarmente ospitale, ma secondo alcuni scienziati sarebbe invece “relativamente abitabile” e potrebbe ospitare un grande numero di batteri.
D’altra parte, la presenza dei batteri sarebbe in grado di spiegare alcune peculiarità della composizione chimica dell’atmosfera venusiana.
Usando i dati delle missioni spaziali russe Venera e delle sonde statunitensi Pioneer Venus e Magellan, i ricercatori hanno studiato l’alta concentrazione di goccioline di acqua nelle nuvole di Venere, in questo modo è stato possibile individuare alcune peculiarità che potrebbero essere facilmente spiegabili con la presenza di microbi.
Si spiegherebbe quindi la presenza di tracce di solfuro di idrogeno e di biossido di zolfo, due gas che reagiscono l’uno con l’altro e che non possono coesistere se non vengono continuamente prodotti, così come si chiarirebbe per quale misterioso motivo si registra sul pianeta una totale assenza di monossido di carbonio, che vista l’alta irradiazione solare e i frequenti lampi, dovrebbe essere invece presente.
L’ipotesi è che nelle nuvole venusiane potrebbero essere al lavoro batteri, organismi che combinano il biossido di zolfo con monossido di carbonio in un metabolismo simile a quello delle forme di vita terrestri più primitive.
Malgrado la nuova teoria sia stata accolta con molto scetticismo sarebbe forse più opportuno approfondire la questione, non è detto che non ci riservi qualche grossa sorpresa per il futuro.

FONTI:

http://www.meteogelo.com/il-blog-di-flavio-scolari/presanza-di-forme-di-vita-su-altri-pianeti-2/


http://biologia.forumcommunity.net/?t=16019839

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