martedì 4 maggio 2010

Le stagioni di Tritone


Nettuno, uno dei corpi celesti più esterni del sistema solare, con una massa diciassette volte superiore a quella della terra, sembra condividere con il nostro pianeta più di quanto sembri.
Intorno a lui orbitano ben tredici satelliti naturali, il più conosciuto dei quali è stato denominato Tritone. Nonostante la sua enorme distanza dal Sole, gli scienziati dell’European Southern Observatory, hanno trovato il modo di dimostrare come il calore dei raggi emanati da quest’ultimo sia in grado di mutare la temperatura sul satellite, provocando una variazione simile a quella che interessa il nostro pianeta con il fenomeno dell’alternanza delle stagioni. Queste, su Tritone, cambierebbero molto più lentamente rispetto alle nostre: una stagione sul satellite durerebbe, infatti, circa quarant’anni; attualmente è estate nell’emisfero sud ed inverno nell’emisfero nord.
La temperatura, mediamente si aggira intorno ai -235 gradi sul pianeta e sulla base di misurazioni di un sottile strato di nitrogeno ghiacciato, metano e monossido di carbonio nell’atmosfera e della variazione di questa rilevazione rispetto al 1989, gli studiosi sono stati portati a pensare che all’epoca ci si trovasse in primavera mentre ora una variazione di pressione indicherebbe un estate piena.
Lo studio è stato coordinato da Emmanuel Lellouch dell’Osservatorio di Parigi che ha dichiarato: “Abbiamo scoperto evidenze che il Sole seppur così lontano fa sentire la sua presenza su Tritone”.
Le osservazioni sono state ottenute grazie allo sviluppo del Cryogenic High-Resolution Infrared Echelle Spectrograph (Crires) presso il Very Large Telescope (Vlt) dell’Eso. La ricerca è stata presentata sulla rivista Astronomy & Astrophysics.
Misurare la temperatura di Tritone come in generale condurre studi su questo satellite che da sempre ha affascinato per la sua particolare attività geologica e per il fatto di essere l’unico caratterizzato da un’orbita molto inclinata e retrograda, è sempre risultato difficile, situandosi il corpo celeste ad una distanza trenta volte superiore rispetto a quella tra Sole e Terra.
Grazie all’uso di Crires continua Lellouch “Ora possiamo iniziare a monitorare l’atmosfera e imparare molto riguardo l’evoluzione stagionale di Tritone nei decenni” oltre che sperare un domani di fare chiarezza sui misteri che avvolgono la periferia del sistema solare.

Fonte: Anna Paola Tortora www.periodicoitaliano.info
Credit foto: Voyager 2 nasa

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