sabato 10 marzo 2012

Gli Ufo di Henry Miller


“Tropico del Cancro”, “Tropico del Capricorno”, “Paradiso Perduto”, “Nexus”…sono soltanto alcuni dei titoli più famosi di quello che è considerato uno dei più grandi scrittori americani del Ventesimo secolo: Henry Miller.
Forse stupirà il fatto che questo nome venga citato in un sito che si occupa prevalentemente di Ufologia e Scienze di Frontiera, ma è abbastanza recente la notizia che Miller non fosse poi così lontano da quella che viene comunemente definita la “questione extraterrestre”.
Pur essendo meglio conosciuto per la sua imponente opera letteraria, Miller era anche particolarmente interessato a tutta una serie di argomenti alquanto “insospettabili”, basti citare le profezie di Nostradamus, il misticismo indiano e gli UFO.
Il suo interesse per Nostradamus è documentato e appare in alcuni dei suoi libri, oltre che nella sua corrispondenza epistolare; inoltre, nel 1953, Miller fece visita a Max de Fontbrune, un noto esperto francese particolarmente legato alla figura di Nostradamus.
On una biografia dello scrittore americano curata da Mary V. Dearborn (The Happiest Man Alive), è invece contenuta la rivelazione del suo interesse per gli Ufo - Una biografia di Henry Miller, che "Miller era anche un credente appassionato negli UFO, tanto da promuovere per un certo periodo il libro “Flying Saucers Are Real” di Donald Keyhoe.
Ne “I libri della mia vita”, del 1951, Miller cita esplicitamente Keyhoe proprio nella prefazione, parlandone come uno degli autori, insieme a Nostradamus, che sono riusciti a soffermarsi nel futuro.
In una lettera indirizzata al poeta francese Joseph Delteil, datata 4 febbraio 1954, Miller non soltanto consiglia la lettura del libro di Keyhoe ma anche quella delle opere firmate da George Adamski, del quale si dice convinto in merito ai suoi incontri con esseri provenienti dallo spazio.
Il fatto più interessante riguarda però la sua testimonianza in merito ad un avvistamento Ufo avvenuto nel Big Sur, una regiuone della costa centrale della California, luogo nel quale visse subito dopo il suo ritorno dall’Europa, e che mirabilmente descrisse nel suo “Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch” edito nel 1954.
Nella seconda parte del libro si racconta di quanto avvenne ad Anderson Creek, ovvero dell’improvvisa apparizione nel cielo di un oggetto simile a un dirigibile, o meglio ancora (come testualmente descritto) ad un paralume rovesciato. L’oggetto si avvicinava alla costa per poi allontanarsi rapidamente; a questo avvistamento ne seguirono altri due nel giro di poche ore. Quello che però risulta essere l’avvenimento più interessante ha per protagonista lo stesso Henry Miller il quale, insieme al suo amico Walker Winslow, osservò quelle che sembravano sue stelle gemelle che ruotavano vorticosamente intorno ad un perno invisibile. L’avvistamento durò per circa venti minuti, quindi la luce divenne sempre più abbagliante fino a dissolversi improvvisamente.
Dopo quell’evento Miller condusse alcune indagini e descrisse in seguito numerosi avvistamenti avvenuti nella zona, svolgendo quasi il lavoro di un moderno ufologo, anche se non fornì le date esatte ma soltanto un lasso di tempo che va dal 1947 al 1953; in seguito lo stesso Miller affermò che il suo avvistamento era stato registrato dalle autorità militari.
Fonte e credit immagine: www.openminds.tv

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