giovedì 8 marzo 2012

Abduction: il file Roper



La popolazione americana è molto vasta, circa 350 milioni di persone in uno degli ultimi censimenti ufficiali; un coacervo di razze, culture, strati economici e convinzioni religiose.
Da un punto di vista commerciale si tratta di un mercato immensamente variegato e non sempre facile da esplorare, non sempre le grandi aziende hanno la forza necessaria per testare i gusti e le abitudini degli acquirenti finali per meglio organizzare una campagna di fidelizzazione.
Quando questa difficoltà diventa un ostacolo quasi insormontabile quasi tutti si rivolgono all’Organizzazione Roper, con sede a New York City; i dati demografici in loro possesso, infatti, vanno ben oltre le selezioni casuali realizzate in base all'età e al sesso. I campioni selezionati dalla Roper contengono le percentuali precise di ogni etnia, appartenenza politica e livello di istruzione, tanto da essere sempre in prima linea quando si tratta di organizzare e mettere in atto un censimento.
Da un campione relativamente piccolo, l'Organizzazione Roper è in grado di determinare le preferenze di centinaia di milioni di americani, inoltre, la loro base dati è in grado di rivelare insospettabili fattori psicologici.
Non è quindi un caso se sono stati proprio i dati immagazzinati dalla Roper quelli usati per portare avanti una ben strana inchiesta, strana almeno per i modelli fino ad allora portati avanti dalla società stessa.
A partire dal 1992, Robert Bigelow, e un anonimo partner finanziario, ha costituito la Bigelow Holding Company, inserendo delle domande “particolari” nelle varie inchieste condotte dal circuito Roper; si trattava in pratica di un vero e proprio sondaggio per cercare di capire quali fossero sia il numero che le caratteristiche psicologiche delle persone vittime di rapimenti alieni.
Dal momento che i rapimenti di maggior successo, ovvero quelli portati a termine, sono caratterizzati da un forte stato di amnesia, era ovvio che Bigelow non poteva chiedere direttamente se il soggetto fosse stato vittima di Abduction; ci si basò quindi sul fatto che gli addotti, prima ancora che i loro ricordi vengano liberati, presentano alcuni momenti di lucidità temporale durante la quale affiorano brevi flash back di momenti che sono portati ad ammettere.
Vennero quindi “mescolate” alcune domande opportunamente studiate con l’ausilio di alcuni terapisti insieme ai soliti quesiti sulla schiuma da barba preferita o sul profumo usato più di frequente, confidando nello studio della reazione emotiva. Si tratta in pratica di un normalissimo test psicologico durante il quale, al fine di far affiorare ricordi non sempre piacevoli, si “distrae” il cervello con domande irrilevanti per poi improvvisamente chiedere qualcosa che, per assimilazione di immagini, richiami l’evento traumatico.
Risposte positive a domande specifiche avrebbero indicato la forte probabilità di trovarsi di fronte ad un caso di Abduction.
I risultati del sondaggio Roper furono sorprendenti e la relazione venne pubblicata e distribuita in modo confidenziale a ogni membro della American Psychiatric Association.
Il campione rappresentativo americano che venne fuori dall’indagine Roper dimostra che circa 6000 adulti (con un errore di campionamento dell’1,4 per cento) è direttamente connesso al fenomeno delle Abduction e che almeno una persona su cinquanta presenta il profilo di un addotto. Questo dato suggerisce che circa 33.000.000 di individui sono stati rapiti in America.
Le statistiche della Roper hanno inoltre dimostrato che circa l'uno per cento degli individui adulti in America potrebbe essere inserito in una categoria definita “influente”, ovvero una categoria decisamente particolare poiché sembra disegnare quasi uno scenario abbastanza inquietante; adulti americani con un’età variabile tra 35 e i 45 anni, con un reddito superiore a quello medio e con incarichi di autorità sia in politica che nell’ambito sociale.
Si tratta quindi di leader, dalla personalità dominante, e questo fa abbastanza riflettere su alcuni aspetti della Abduction, soprattutto in riferimento a quelli che potrebbero essere i reali scopi di questo enigmatico fenomeno.
Queste alcune delle domande contenute nel test:

• Ti ricordi di aver mai visto un fantasma?
• Ti ricordi di aver mai provato la sensazione di lasciare il tuo corpo?
• Ti ricordi di aver visto un UFO?
• Ti ricordi di esserti svegliato come paralizzato da un senso di paura verso una persona strana o una presenza o qualcosa d'altro nella tua stanza?
• Vi ricordate di aver provato la sensazione di volare senza sapere come o perché?
• Ti ricordi di aver visto luci insolite o sfere di luce in una stanza senza riuscire a capirne la causa?
• Ti ricordi di aver visto, nelle sembianze di un bambino o un adulto, una terrificante figura che avrebbe potuto essere un mostro, una strega, un diavolo, o altre immagini legate al concetto di male?
• Vi ricordate di aver avuto la sensazione di aver perso un periodo di tempo durante il quale non riuscite a capire dove siete stati e cosa facevate?
• Ti ricordi di avere avuto sogni vividi sugli UFO?
• Ti ricordi di esserti ritrovato delle cicatrici sul corpo senza saper come sia potuto avvenire?

Queste infine le conclusioni della Commissione Roper: appare chiaro che un numero significativo di persone siano state protagoniste di fatti dei quali non hanno memoria, almeno allo stato cosciente.
Nonostante l’estrema cura nel selezionare soggetti appartenenti alle più diverse classi sociali, etniche e religiose, sembra esistere una preferenza che riguarda individui dalla personalità dominante, con una istruzione superiore e un particolare incarico nel sistema sociale.
Questa osservazione, pur appartenendo ad una casistica che potrebbe essere influenzata dalla casualità, sembra portare a supporre un certo tipo di selezione rispetto alle potenzialità genetiche dei rapiti.
Visto l’alto numero di soggetti considerati “positivi” al test, si dovrebbe supporre che esista una attività molto estesa; se tale l’attività di Abduction fosse condotta da esseri umani contro altri esseri umani ci si aspetterebbe un alto numero di testimoni; in mancanza di questo dato si potrebbe supporre che tali eventi siano il frutto di un modus operandi non-umano, una probabile forma di vita superiore i cui metodi di azione potrebbero sfuggire alla nostra tecnologia e alla nostra opera di prevenzione.
La particolare attenzione prestata a campioni di pelle e organi riproduttivi sembra suggerire un interesse per l'anatomia umana e la riproduzione, anche supponendo che tali esami siano svolti a solo scopo benefico per l’umanità, il metodo di intrusione e tutta la sequenza post traumatica dei soggetti suggerisce che tale ipotesi potrebbe essere, almeno in parte, errata.
Lo stesso sforzo profuso nell’indurre uno stato di amnesia ai soggetti rapiti indica allo stesso modo due possibili soluzioni; si potrebbe infatti pensare che i rapitori provino comprensione per i rapiti e cerchino di limitare al minimo i danni provocati dalla loro azione, ma si potrebbe anche supporre che sia una sorta di tattica per operare in tutta sicurezza. Si potrebbe anche pensare che esista una sorta di considerazione per il nostro benessere, arrivando a supporre che questi misteriosi sequestratori “lavorino” nel tentativo di salvaguardare una specie in via di estinzione; anche in questo caso rimane comunque il dubbio su quali delle due specie si focalizzi il loro interesse.
I sintomi riscontrati sono stati molteplici, molti già abbastanza noti in sede di divulgazione dei lavori di numerosi ricercatori; i rapiti soffrono di un profondo senso di violazione fisica e di isolamento psicologico, dovuto in gran parte dalla paura di ammettere la loro esperienza, oltre che dall’evidente impossibilità di confrontarsi con una società che automaticamente li taccerebbe di follia.
Il Rapporto Roper non ha certo aperto nuovi scenari sui quali muoversi, ma di certo ha contribuito a testimoniare la realtà del fenomeno, elemento di notevole importanza poiché accettare una tale realtà significa in qualche modo tranquillizzare coloro che vorrebbero parlare della loro esperienza.
I dati del rapporto possono essere richiesti direttamente all’Organizzazione Roper, 205 East 42nd Street, New York, NY 10017, mentre le ricerche continuano, ma più che una classica indagine di vecchio stile ufologico, il percorso che dovrebbe portarci a comprendere meglio le Abduction passa inizialmente da una presa di coscienza individuale.
Non possiamo studiare un fenomeno di così immensa portata senza prima non esserci liberati di vecchie convinzioni e di altrettanto vetusti stereotipi; si tratta di un viaggio che inizia dalle profondità della propria coscienza, dall’introspezione personale, da un lungo percorso interno che ci possa permettere di liberarci dall’idea di ciò che vorremmo trovare e predisporci ad accettare ciò che realmente esiste oltre le barriere del limite umano.
Abbiamo passato troppo tempo nel tentativo di capire cosa fossero gli Ufo, trascurandone costantemente gli occupanti; in questo lungo percorso gli alieni portavano avanti un piano ben preciso, la genesi di un processo di interazione che nulla aveva di meccanico ma che era essenzialmente e profondamente personale; interazione non è quindi soltanto uno scambio ravvicinato di pensieri ma una profonda emozione, un tuffo in una realtà che è sempre esistita e che tutti hanno sempre tentato di negare, troppo impauriti nel doversi confrontare con qualcosa che pur appartenendoci, non possiamo gestire e comprendere.
Il problema, forse, non è stabilire chi sono gli alieni, chi sono gli umani, cosa vogliono gli uni dagli altri, il vero problema è capire quanto, in questa nostra umanità, abbiamo di alieno.
In tal senso il file Roper diventa ambiguo e scalfisce appena un enorme macigno che soltanto adesso stiamo pian piano iniziando ad osservare attraverso un tipo di coscienza globale.

Credit immagine: http://digitalseance.wordpress.com

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