martedì 19 febbraio 2013
Disclosure Lite Program: una nuova chimera
In un periodo così avaro di notizie, sia pur sorprendentemente prolifico di affermazioni sensazionali e quasi sempre prive di effettiva consistenza, leggere che finalmente l’argomento Disclosure sta per imporsi come realtà è di certo una manna dal cielo.
La notizia è stata ripresa direttamente da un topi pubblicato su Outpost, un interessante forum ufologico, anche se, come giustamente avverte Danilo Iosz, non esistono ancora elementi concreti che possano in qualche modo smentire o confermare il tutto.
Secondo quanto affermato su Outpost, nel corso di questi ultimi anni, alcuni membri dello stesso forum, avrebbero allacciato rapporti molto importanti a livello internazionale con persone a conoscenza di numerosi segreti riguardanti gli Ufo.
Questi personaggi, che avrebbero richiesto il più completo anonimato, sarebbero gli stessi che, da tempo, avrebbero avviato un particolare protocollo, all’interno del quale, nel 2012, si sarebbe verificata una significativa svolta.
Tale evento è stato chiamato Disclosure Lite, ovvero un nuovo programma teso a rilasciare pian piano informazioni di carattere ufologico, quasi un tentativo di preparare l’umanità ad una rivelazione ormai prossima.
Fin qui non ci sarebbe nulla di nuovo, tentativi del genere, pubblicizzati da singoli ricercatori o da gruppi ben organizzati, non sono nuovi all’interno dello scenario Disclosure; qualche problema potrebbe sorgere quando ci si addentra nella descrizione di quelle che dovrebbero essere state le due prime esternazioni del Disclosure Lite.
Le due prime affermazioni ufficiali sembra infatti che siano quelle rilasciate da Chase Brandon e da Medvedev.
Nel primo caso, come molti ricorderanno, ci si riferisce a quanto affermato in merito al caso Roswell dal veterano Chase Brandon, con sulle spalle ben 35 anni di servizio, 25 dei quali riguardanti le unità speciali dei Servizi Segreti della CIA.
Cosa ha affermato Brandon per suscitare tanto clamore?
In pratica ha affermato con certezza che fu un’astronave di origine extraterrestre a schiantarsi a Roswell, che i militari ne raccolsero i rottami insieme ai cadaveri degli occupanti.
Quali prove ha portato?
Soltanto il racconto di una sua “passeggiata” tra gli archivi contenuti a Langley (Virginia), dove avrebbe notato una cassa recante la dicitura “Roswell”; spinto dalla curiosità l’avrebbe aperta, constatando al suo interno la presenza di diverso materiale.
Il suo racconto si ferma qui, alimentando in tal modo alcuni dubbi che, già scorrendo il suo curriculum, si erano fatti strada in maniera del tutto logica.
Chase Brandon è stato per 25 anni un agente sotto copertura, ovvero un personaggio addestrato a manipolare i fatti, le informazioni, a reclutare gente che supportasse le sue ricostruzioni della verità.
Per quale motivo proprio adesso ci parla della sua “passeggiata”?
Per quale motivo soltanto oggi?
Forse la risposta, o comunque un indizio, è possibile rintracciarlo proprio nello scenario che ha fatto da contorno alle sue affermazioni; questa sua sorta di “outing” è infatti avvenuta durante un programma radiofonico (Coast to Coast), nel quale era intervenuto per parlare di un suo libro, “The Cryptos Conundrum”, un romanzo basato principalmente sui fatti accaduti a Roswell.
Maligno pensare ad una connessione?
Probabilmente si, ma la tentazione è troppo forte e gli eventi sembrano fatti apposta per supportare questi “malvagi” pensieri.
Per quanto riguarda la seconda affermazione messa in corrispondenza con il Discosure Lite, ovvero le dichiarazioni rilasciate durante un fuori onda da Medvedev, inutile riprendere un discorso già vecchio, ampiamente strumentalizzato, e poco credibile ai fini di una valutazione in chiave esopolitica.
Si è anche accennato al fatto che questo progetto si potrebbe servire del FOIA per rilasciare pian piano informazioni atte a creare maggior consapevolezza rispetto al fenomeno extraterrestre.
Possibile crederci?
Il FOIA, semmai, ha sempre rilasciato documenti atti a confondere le idee, è stato quasi sempre usato come strumento pilota per spostare l’attenzione rispetto ad altri problemi.
Se il Disclosure Lite fosse veramente nato con l’intenzione di agevolare una ipotetica rivelazione ufficiale, sia pur gradatamente, non sarebbe finito tra le notizie di Outpost, avrebbe agito nel più assoluto silenzio e non ne saremmo stati al corrente se non dopo l’avvenuta Disclosure.
Quello che ci rimane sono le dichiarazioni di Brandon senza nessuna prova a supporto, le dichiarazioni di Medvedev altamente improbabili e un fantomatico progetto che sembra poggiare su basi non molto solide, oltre che operare con un metodo molto più vicino alla classica disinformazione che non ad un sincero proposito di ponderata divulgazione.
Ancora una volta il termine Disclosure assomiglia sempre più alla famosa manna biblica, un inaspettato miracolo dal cielo; fino a quando passivamente attenderemo che qualcosa accada continueremo ad alimentare la fitta nebbia creata da chi ha alimentato nel tempo questa aspettativa, usandola e distorcendola al fine di mantenere questo eterno limbo mediatico.
Non ci sarà mai alcuna Disclosure se prima non saremo noi stessi a destarci dal torpore e iniziare ad essere parte attiva nella ricerca della verità.
Credit immagine: http://jointreconstudygroup.blogspot.it/
Articoli citati: http://danilo1966.iobloggo.com/
Outpost Forum: http://www.theoutpostforum.com/tof/forum.php
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