lunedì 21 ottobre 2013
21 ottobre 1978: il caso Valentich
Era un 21 ottobre proprio come oggi, sebbene del 1978, quando il giovane pilota (appena ventenne) Frederick Valentich decollava con il suo Cessna 182 dall’aeroporto di Moorabbin (Melbourne – Australia) alla volta di King Island.
Per quanto sia molto più citato il caso Thomas Mantel, la vicenda del 1978 non presenta certo caratteristiche meno misteriose.
Il viaggio che avrebbe dovuto affrontare Valentich era complessivamente di 480 chilometri, con un tempo stimato di circa 65/70 minuti, ma accadde qualcosa di inaspettato, un evento tragicamente descritto nei dialoghi intercorsi tra la Torre di Controllo che utilizzava il nome in codice SAV, e lo stesso Valentich, nome in codice Delta Sierra Juliet.
Dall’analisi di questo dialogo, riportato da Charles Berlitz nel suo “Il Triangolo del Drago” edito nel 1989, si desume innanzitutto lo scenario generale, ovvero nessun traffico aereo sotto i cinquemila metri; nonostante ciò il pilota avverte la torre in merito a quello che sembra essere un grosso aereo, con quattro luci brillanti, molto simili a quelle di posizione per l’atterraggio.
Tutto inizia alle 19 06' 14 '', passano appena 18 secondi e Valentich riprende il dialogo senza nascondere una certa preoccupazione; il misterioso velivolo gli è appena passato sopra a circa trecento metri.
Il pilota chiede ancora una volta se sono in corso attività di volo, se aerei militari sono registrati in quella stessa zona; nel frattempo il velivolo inizia ad avvicinarsi da est, mentre ancora una volta la torre di controllo ribadisce che non vi è alcuna segnalazione di attività aeree oltre quella di Valentich.
Il velivolo sorvola per due, tre volte il Cessna che, nel frattempo, si è portato a 1500 metri.
Sono le 19 09' 27'' quando Valentich dichiara che il velivolo in questione non è un aereo, quindi fa una breve pausa, poi riprende: l’oggetto ha una forma allungata e si muove ad una velocità impossibile per un normale aereo, emette una luce verde e i riflessi sono metallici.
L’oggetto, improvvisamente, si avvicina per poi sparire alla vista del pilota.
Con la stessa velocità riappare, questa volta da sud ovest, inizia a librarsi sopra il Cessna, e Valentich effettua la sua ultima comunicazione alla torre di controllo “…si libra, e non è un aereo…”.
Uno strano suono interrompe le comunicazioni.
L’aereo di Valentich scomparve nel nulla, e nonostante quattro giorni di ricerche, effettuate sia in mare che nei cieli, ogni risultato fu negativo.
Non sappiamo cosa accadde esattamente, forse non lo sapremo mai, forse il racconto di Berlitz è stato in parte adattato alle esigenze del libro, rimane però il dialogo originale, e le affermazioni del pilota, il quale, sia pure ventenne, avrebbe di certo riconosciuto un aereo diverso dal suo e lo avrebbe comunque in qualche modo identificato.
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