domenica 23 dicembre 2012

Il caso Jafari (Old Ufo Cases)

19 settembre 1976, ore 00.30 (ora locale), Teheran: il quartier generale dell’Air Force Iraniana riceve numerose segnalazioni provenienti dalla città di Shemiran, capitale della contea di Shemiranat, nella provincia di Teheran. Le segnalazioni, tutte da parte di civili, riguardano delle insolite attività nel cielo notturno, più esattamente un oggetto luminoso dalla forma vagamente simile ad una stella. Non avendo al momento elicotteri disponibili, viene chiamato il generale Yousefi, vice assistente del comandante; in un primo momento questi valuta l’oggetto come una stella, ma subito dopo essersi messo in contatto con la torre di controllo dell’aeroporto internazionale di Mehrabad, decide di far partire un F-4 Phantom dalla base di Shahrokhi, stanziata a Hamadan, quasi trecento chilometri da Teheran. Alle 01.30, il caccia pilotato dal capitano Mohammad Reza Azizkhani è già in volo, il suo bersaglio si trova a circa 74 chilometri da Teheran; si tratta di un oggetto talmente brillante da poter essere notato a più di cento chilometri di distanza. Quando l’aereo si trova a circa 46 chilometri dall’oggetto tutta la strumentazione sembra essere andata in avaria, le comunicazioni interrotte; vista la situazione di estremo pericolo, Azizkhani interrompe la manovra di avvicinamento e ritorna indietro; gli strumenti riprendono il loro normale funzionamento. Alle 01.40, un secondo F-4 si pone all’inseguimento, il pilota è il tenente Parviz Jafari, che in seguito sarebbe andato in pensione con il grado di generale. Il pilota riesce ad avvicinarsi ad una distanza di circa 46 chilometri,, distanza che cerca di mantenere costante mentre osserva l’oggetto. Le dimensioni risultano difficili da stimare per via dell’eccessiva brillantezza; le luci si alternano tra il blu, il verde, il rosso e l’arancione, e sembrano disposte secondo uno schema dalla forma quadrata. Jafari tenta di avvicinarsi dal lato sud, ma proprio mentre effettua la manovra un secondo oggetto sembra staccarsi dal primo e inizia una manovra di avvicinamento all’F-4. Il pilota, temendo di essere sotto attacco, tenta di lanciare un missile (AIM-9 Sidewinder), ma si accorge di aver perso improvvisamente l’intera strumentazione di bordo, compreso il controllo delle armi e le comunicazioni. Dichiarerà in seguito di aver tentato di sganciare il missile ma senza nessun risultato. Agendo d’istinto, Jafari tenta una manovra evasiva, l’oggetto però si muove troppo velocemente, schizza via a velocità vertiginosa e si pone dietro l’F-4, a circa 7 chilometri di distanza, mantenendo questa posizione per un breve periodo, quindi, con una altrettanto rapida manovra, raggiunge il misterioso velivolo dal quale si era staccato. Jafari decide allora di allontanarsi e, come già accaduto al primo caccia, distanziatosi dall’oggetto si accorge che la strumentazione ha ripreso nuovamente a funzionare. Rimane il dubbio su alcune affermazioni, o forse interpretazioni, che divergono tra loro; alcune testimonianze parlano del secondo oggetto non come un velivolo bensì come un attacco portato contro l’aereo per mezzo di una sorta di “oggetto brillante”; altre testimonianze descrivono invece un secondo velivolo sconosciuto che atterra nei pressi di una raffineria di petrolio nelle immediate vicinanze. In ogni caso l’incidente destò l’attenzione di molti testimoni, troppi perché la notizia di quell’insolito “duello aereo” non varcasse i confini del paese. L’aeronautica tentò in tutti i modi di minimizzare l’accaduto, pubblicando una nota sul quotidiano “Kayhan International” nella quale ci si riferiva ad un probabile “errore umano”. La nota non risultò molto convincente, il fatto era di certo molto più rilevante, tanto da indurre la DIA (Defense Intelligence Agency), i capi di stato maggiore della NSA (National Security Agency e la CIA, ad aprire un fascicolo nel quale, tra le altre cose, si legge: “Questo caso soddisfa tutti i criteri necessari per uno studio valido del fenomeno Ufo”. Il rapporto della DIA finì negli archivi del Pentagono, e soltanto dopo una lunga battaglia legale condotta dal ricercatore privato Charles Huffer, divenne di dominio pubblico. Il documento porta la firma del colonnello Olin R. Mooy, sezione Air Force MAAG, un gruppo di consulenza militare che in quel periodo operava a Teheran. Ulteriori approfondimenti e documenti sono consultabili a in questa pagina: http://www.thelivingmoon.com/49ufo_files/03files2/1976_Tehran_UFO_incident.html

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