lunedì 10 settembre 2012

Gli Ufo, Crowley e la connessione occulta



In un mio articolo, ripreso all’interno del volume “Ufologia Occulta” (Cerchio della Luna Editore), mi ripromettevo di indagare in merito alla connessione esistente tra il mondo dell’occulto e il fenomeno Ufo; questa breve indagine si basava sullo scenario che vide come protagonista Aleister Crowley e l’Operazione Amalantrah, un rituale svolto tra gennaio e marzo del 1918, basato sull’uso delle Chiavi Enochiane.
Il lavoro magico rituale, come alcuni ricorderanno, culminò nell’apertura di un varco dimensionale e il contatto con una entità chiamata LAM.
Si potrebbe a questo punto pensare di inserire la figura di Crowley in una tematica ufologica, ma si tratterebbe di una conclusione inesatta e del tutto affrettata; scopo di questo nuovo articolo sarà, quindi, non soltanto approfondire l’argomento in questione, ma anche riportare l’operazione Amalantrah e la figura del LAM a quelli che sono i loro precisi riferimenti storici e ideologici.
Prima di proseguire, per coloro che non avessero avuto modo di leggere l’articolo originale, ricordo brevemente gli eventi ai quali si è appena accennato.

Antefatto:


Gennaio/marzo 1918; Aleister Crowley, si dedica a quella che sarà in seguito conosciuta come “Operazione Amalantrah”, ovvero dei lavori magico rituali che si svolgono in alcune camere arredate in Central Park West, a New York City.
Lo scopo principale di queste operazioni è quello di avviare dei contatti, tramite la Magia Cerimoniale e le pratiche di Magia Sessuale, con intelligenze esterne al nostro mondo; il contatto vero e proprio viene affidato alle visioni di una medium.
Attraverso il Rituale, viene creato un Portale Magico, ovvero uno spazio nel tessuto dello spazio tempo entro il quale avverranno le manifestazioni; i risultati non tardano ad arrivare e l’entità che si presenta viene chiamata Lam.
Questa figura, ancora oggi avvolta nel più fitto mistero, è stranamente molto simile a quella razza di extraterrestri meglio nota come Grigi, non abbiamo però alcun commento diretto da parte del grande occultista inglese riguardo ai fatti appena narrati; sappiamo soltanto che creature molto simili al Lam vennero segnalate ripetutamente per tutto il 1980 nella Hudson Valley; di questo avvenimento esiste la testimonianza riportata in “Contact of the 5th Kind” di Philip J. Imbrogno e Marianne Horrigan, ovvero un disegno realizzato da Ann Direnger che raffigura un essere del tutto simile al Lam di Crowley.
Il mago inglese trovò forse un metodo “alternativo” per contattare gli extraterrestri?
A questo domanda risponderemo alla fine, continuiamo intanto il nostro antefatto.
Dopo l’esperimento condotto da Crowley, la presenza del Lam non rimase un caso isolato; Michael Bertiaux riuscì ad evocarlo nel 1960 e dieci anni dopo, un gruppo O.T.O. (Ordo Templis Orientis), replicò con successo la stessa esperienza.
Dopo questi successi, gli interessi dei circoli occulti, in special modo di quelli appartenenti o direttamente ispirati dall’O.T.O., presero in grande considerazione questo metodo di ricerca; e Kenneth Grant, riconosciuto come il successore di Crowley, formalizzò definitivamente il Culto di Lam, riconoscendo a questa entità natura aliena.
Iniziamo subito con il ricordare che tale scenario, ovvero la presenza di energie senzienti che sovrastano il nostro pianeta e sono parte integrante dell’universo, era già stata esplorata da H. P. Lovecraft e ripresa da Charles Fort, ma si trattava di una visione altamente negativa e non necessariamente in stretta sinergia con l’ipotesi extraterrestre.
L’operazione Amalantrah non si prefiggeva di raggiungere lo status di primo esperimento di contatto con il mondo alieno, lo stesso Crowley non aveva questa intenzione, tanto che definì il Lam una “entità Enochiana”, accezione che lo accosta più al rituale magico che non ai moderni schemi di Contattismo e Channeling.
Nonostante ciò il portale aperto da Crowley, ma soprattutto il percorso storico che contribuì al buon fine dell’operazioni, riportano numerose coincidenze che trovano, a loro volta, ampio riscontro nella letteratura ufologica.
Il termine Entità Enochiana ci riporta indiscutibilmente al sistema Enochiano usato dal mago elisabettiano John Dee durante il 17° Secolo, personaggio per il quale Crowley nutriva un profondo interesse.
John Dee, insieme al suo collaboratore Edward Kelly, non erano certo nuovi a questo tipo di esperienza; anche loro avevano avuto “particolari” incontri, interazioni delle quali erano stati protagonisti quelli che chiamavano dei “piccoli uomini” che si muovevano “in una nuvoletta di fuoco”, un modello che non è certo sconosciuto alla letteratura ufologica.
In ogni caso l’interesse di Crowley era puramente di matrice magico spirituale, un modo per allargare e approfondire la conoscenza; il disegno del Lam non rivestì in seguito nessuna importanza per il mago inglese, tanto che lo tenne conservato per circa 36 anni facendone poi dono a Kenneth Grant. Dal 1919 al 1945 Crowley non si interessa al Lam; dobbiamo quindi dedurre che il Lam, inteso come contatto extraterrestre, sia una divulgazione di Grant? Forse parte dell'ideologia dell'O.T.O. di matrice Tifoniana?
Crowley si riferisce in realtà ad un portale di accesso ma non affronta nessuna tematica che, in qualche modo, possa essere legata all'Ufologia; Grant, al contrario, nel 1955 annuncia la scoperta di Iside, un pianeta trans-plutonico, e stabilisce allo stesso tempo l'Ordine Loggia Nu-Iside proprio allo scopo di favorire il contatto. A coronamento di questo fatto, sempre lo stesso Grant, dichiara pubblicamente (1980) che il ritratto del 1918 (il Lam di Crowley) può essere usato come punto focale per l'energia extraterrestre. Risulta a questo punto difficile, se non addirittura arbitrario, inserire Crowley in una tematica ufologica, mentre l’intera questione ci porta ad esplorare nuove ipotesi di ricerca.

Gli Ufo, Kenneth Grant e le Operazioni Babalon

A dispetto dell’idea originale di Crowley, Grant si mosse verso obiettivi radicalmente diversi, all’interno dei quali la ritualistica, il portale aperto nel 1918 e il Lam stesso assumevano molteplici accezioni, non ultima quella di una connotazione dichiaratamente aliena, laddove con questo termine ci si riferisce ad una origine extraterrestre.
Nel suo “Outside the Circles of Time” cos’ scrive riferendosi alla questione trattata in questo articolo: “…alcuni credono che i fenomeni Ufo facciano parte del “miracolo”, e una grande quantità di prove sembra suggerire che queste entità misteriose siano localizzate all’interno dell’atmosfera terrestre…la New Lodge Isis possiede gli strumenti per entrare in contatto con loro…”.
Il riferimento evidente si riallaccia all’esperienza di Crowley, all’uso delle Chiavi Enochiane e a nuovi rituali abbinati che permetterebbero il contatto interdimensionale.
L’esperienza di Crowley andò quindi avanti, nonostante il disinteresse dimostrato dal mago inglese, e passò nelle mani di Grant, ma il percorso di quella che potremmo definire, ma soltanto come agganzio storico e non certo ideologico, la “nuova Amalantrah” non si fermò certo a questo punto.
Nel 1946, Jack Parsons, un discepolo di Crowley, capo del ramo californiano dell’O.T.O. e noto scienziato missilistico, portò avanti l’idea del contatto con l’aiuto di Frater H, nome iniziatico scelto da L. Ron Hubbard, conosciuto ai più come il fondatore di Scientology ma anche apprezzato scrittore di romanzi di fantascienza.
La nuova operazione, anzi le nuove operazioni visto che si trattò di vari tentativi, presero il nome di Babalon e permisero ai due uomini di entrare in contatto con creature o entità non molto dissimili dal Lam; Parsons e Hubbard ripresero in pratica i ruoli originari che avevano visto come protagonisti nel 1918 Crowley e la Dama Scarlatta, ma anche John Dee e Edward Kelly, ovvero il mago e il veggente uniti nel tentativo di realizzare delle comunicazioni ultraterrene.
Le operazioni Babalon differivano nettamente da quelli che erano stati i presupposti e i rituali di Amalantrah; si trattava in realtà di uno scenario molto più vicino alla Magia Sessuale attraverso la quale si voleva arrivre alla creazione di un “figlio” nel piano spirituale; una volta creato questo “bambino spirituale” sarebbe stato “indirizzato” ritualmente nell’utero della Sacerdotessa, assumendo in tal modo la sua manifestazione umana.
Perché tutto ciò accadesse era necessario riaprire il portale sigillato da Crowley, cosa che avvenne ma che, allo stesso tempo, sfuggì in parte di mano agli officianti i quali non riuscirono a chiudere il varco che rimase fuori da ogni controllo. Probabilmente fu proprio questo “incidente” a dare il via a tutta una serie di particolari coincidenze, le stesse che da molti vengono messe in relazione con i successivi avvenimenti di natura ufologica.
Approfondendo quest’ultimo aspetto ci troviamo di fronte a questa singolare serie di coincidenze temporali: i lavori delle operazioni Babalon si conclusero nel 1947, sempre nel giugno dello stesso anno avvenne il famoso avvistamento di Kenneth Arnold e il mese successivo l’incidente di Roswell; sempre nell’estate del 1947 si registrano: la prima grande ondata di avvistamenti, l’Ufo crash di Chengdu (Cina) e il presunto recupero di parti di un disco volante operato dai militari russi presso quella che viene ricordata come l’Area 51 della Russia, Kapustin Yar.
Come se ciò non bastasse, il 12 agosto del 1989 il ricercatore John Judge rilascia una intervista alla KPFK radio di Los Angeles durante la quale, tra le altre cose, fa una ben precisa affermazione: Kenneth Arnold e Jack Parsons erano stati molto spesso partner di volo sullo stesso aereo; non abbiamo in merito ulteriori conferme ma si tratta certo di una ben strana coincidenza.
D’altra parte tutti i personaggi di questa vicenda, in un modo o nell’altro, erano legati tra loro e avevano avuto in precedenza esperienze similari, così come l’intero scenario ricalcava fedelmente quel particolare momento storico e ideologico.
Non a caso, quindi, Ron Hubbard inserì nella cosmologia relativa a quella che sarebbe poi stata la sua “religione” i “Thetan”, ovvero le anime di alieni spaziali morti che tentano in tutti i modi di impossessarsi del corpo degli esseri umani, e ancora una volta non a caso, probabilmente, Sia lo stesso Hubbard che Parsons ebbero una esperienza “visionaria” con queste entità proprio nel Deserto della California, ovvero nello stesso luogo che fu in seguito lo scenario principale di personaggi quali George Adamski e George Hunt Williamson.
Sono tutte coincidenze? Casualità?
Se quanto appena riportato attiene esclusivamente al mondo delle circostanze fortuite, su questo stesso piano deve essere letto “Communion”, il libro di Whitley Strieber da molti ritenuto il primo documento ufficiale nel quale viene descritto un caso di Abduction; nel romanzo di Strieber, infatti, i “grigi” appaiono stranamente somiglianti al Lam tranne che per gli occhi, anche se proprio nella seconda pagina del volume, una delle varianti fotografiche è esattamente uguale all’essere evocato da Crowley.
Ancora una volta siamo costretti a rivolgerci a Kenneth Grant, il quale, in uno dei suoi scritti, afferma quanto segue: “…il Lam è un Grande Antico, il cui archetipo è riconoscibile nelle fattezze degli occupanti degli Ufo…”. La dichiarazione di Grant, per quanto qualcuno insista nel darle una o più diverse interpretazioni, sembra abbastanza chiara: il Lam e gli alieni conosciuti come Grigi sono un’unica cosa.
Volendo cercare altre connessioni possibili, ci basterà rileggere parte della letteratura ufologica e metterla a confronto con quanto si afferma ancora oggi riguardo al Culto del Lam, ricordando allo stesso tempo che quest’ultima definizione e la sua connessione con la tematica Ufo sono entrambe conseguenze delle già citate operazioni Babalon, così come l’accostamento del Lam alla tematica Ufo deriva dalle dichiarazioni di Grant, due fatti che insieme convalidano l’assoluta estraneità di Crowley a questo tipo di ideologia, ma riprendiamo la disamina delle strane analogie.
Esaminando il rituale di evocazione proposto da Grant, un suo consiglio colpisce in maniera particolare, il suggerimento di iniziare a meditare concentrandosi sugli occhi del Lam. In tal senso Kenneth Grant scrive: “…guardando negli occhi di questa entità si avverte subito una immediata sensazione di leggerezza, di assenza di peso, quindi la sensazione di essere risucchiati in un vortice…”; si tratta certo di uno scenario che suona abbastanza familiare a chi si occupa di Ufologia, basta consultare le testimonianze di coloro che hanno avuto modo di fissare gli occhi dei Grigi, raccontando in seguito le stesse sensazioni descritte da Grant.
Analoga descrizione si può trovare nei lavori di John Keel, le cui teorie ben si sposano con quanto accadde durante e dopo le operazioni Babalon.
Inutile dire che l’intero contesto potrebbe anche essere riconducibile ad alcuni casi di Abduction e di annullamento della coscienza.

Il Lam: alcune ipotesi

A questo punto diventa del tutto inutile tentare di sfuggire al quesito che fin dall’inizio si è insinuato in ogni riga di questo scritto: chi o cosa è esattamente il Lam?
Prima di provare a rispondere, tentiamo di tracciarne un quadro, sia pure sommario, seguendo le dichiarazioni di Kenneth Grant, ricordando ancora una volta che tali affermazioni non riguardano Crowley, il quale, a differenza del suo discepolo e in seguito capo dell’O.T.O., non manifestò alcun interesse in merito:

Il Lam rappresenta un collegamento tra i sistemi stellari di Sirio e Andromeda.
Si tratta di una “porta” che si apre sul vuoto, di una apparizione il cui numero è 71, il numero del Nulla.
Il Lam è simile a un Grande Vecchio il cui archetipo è riscontrabile negli occupanti degli Ufo.
E’ stato invocato per compiere l’opera di Aiwass del quale è un riflesso.
E’ un trasmettitore di vibrazioni. E, allo stesso tempo, pura energia.

Possiamo a questo punto azzardare l’ipotesi che il Lam sia una entità singola appartenente ad una vera e propria classe di creature, non un singolo bensì una vera e propria condizione esistenziale
Il Lam quindi, riprendendo il discorso originale di Crowley, è pura conoscenza, il frutto di una evoluzione che si è affinata e completata su diversi piani, in svariati livelli e su diversi pianeti, compreso il nostro.
Il mago inglese aprì quindi un varco dimensionale, ponendosi non tanto come pioniere da un punto di vista ufologico bensì come precursore di quell’estremo bisogno di ampliare la coscienza globale del quale oggi così tanto si parla.
Crowley attraversò involontariamente il mondo degli Ufo ma, al contrario, non si può affermare con certezza che l’ipotesi extraterrestre non contempli da sempre al suo interno le regole e l’intima essenza di quella che da sempre , per nostro comune intendere, definiamo Magia.

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