mercoledì 16 novembre 2011

Il misterioso codice binario di Rendlesham Forest


Qualcuno forse ricorderà alcuni miei interventi sul caso Rendlesham, forse uno tra i più documentati e allo stesso tempo intricati casi Ufo.
Alcune notizie provenienti da oltre oceano mi riportano su questa strada, ma non senza prima aver brevemente ricordato i fatti.
Nel 1983, il ricercatore americano Robert Todd, documentò alcuni misteriosi fatti accaduti nella foresta di Rendlesham, in Gran Bretagna, dando inizio a un caso che, per importanza, è stato paragonato all’avvistamento di Kenneth Arnold oppure ai fatti che si svolsero a Roswell.
Il 27 dicembre del 1980, intorno alle 3 del mattino, due uomini del servizio di sicurezza, notarono delle luci fuori dal cancello della base di Woodbridge; sospettarono subito di un aereo precipitato oppure di un atterraggio forzato; chiesero il permesso di uscire e si avviarono verso il luogo dell’avvistamento.
Ritornati alla base riferirono di aver visto un oggetto di forma triangolare, luminoso e dall’apparente aspetto metallico; l’oggetto si trovava ad una distanza di due o tre metri dalla base e, al momento dell’osservazione, si librava a circa due metri da terra.
Un’ora più tardi lo tesso oggetto venne avvistato vicino al cancello posteriore.
Il giorno seguente, sul luogo dell’avvistamento, vennero osservate tre profonde depressioni nel terreno, un pollice e mezzo per sette di diametro; la stessa zona venne setacciata al fine di rilevare eventuali radiazioni, ma gli unici picchi vennero registrati nelle depressioni e al centro del triangolo formato dalle depressioni stesse.
Durante lo stesso giorno, una intensa luce rossa fu vista muoversi attraverso gli alberi pulsando, quindi si divise in cinque oggetti di luce bianca e sparì alla vista degli
osservatori.
Quasi contemporaneamente apparvero nel cielo tre oggetti molto simili a delle stelle, due a nord e uno a sud; si trovavano a circa 10 gradi sull’orizzonte e si muovevano rapidamente producendo movimenti angolari illuminati da luci verdi, rosse e blu.
I due oggetti avvistati a nord erano ellittici e rimasero visibili per più di un’ora, quello a sud venne osservato per ben tre ore.
In occasione della mia disamina sul caso Rendlesham riportai la testimonianza di James Penniston, uno dei due uomini della sicurezza, interrogato a lungo sull’accaduto, il quale disse che l’oggetto non assomigliava a nessun aereo convenzionale da lui conosciuto, e che tanto meno ricordava di averne visti di simili nella guida pubblicata dal Ministero della Difesa Britannico.
Si deve proprio a Penniston il riacutizzarsi dell’interesse rispetto a questo caso,
Durante il 2010, infatti, il militare statunitense ora in pensione, diffuse ulteriori informazioni sul caso, raccontando che quel 27 dicembre riusc’ ad avvicinarsi tanto all’oggetto da poterlo sfiorare con una mano; proprio in quell’istante l’uomo si sentì “investito” da una forza sconosciuta, una improvvisa ondata di calore e una immagine che si fissò in maniera indelebile nella sua mente.
Si trattava di una serie numerica formata esclusivamente da tanti 0 e 1, un classico codice binario.
Rientrato alla base Penniston avvertì l’esigenza di trascrivere su un taccuino la sequenza, ma non riuscì a decifrarla; il taccuino rimase nell’oblio per molti anni e comunque fino a quando l’uomo non andò in pensione e decise di affidare il misterioso messaggio a un perito informatico.
Dopo vari tentativi l’esperto riportò questa traduzione: “Esplorazione dell’umanità per l’avanzamento del pianeta”, mentre un’altra parte del messaggio conteneva una serie di coordinate: “53 gradi 15 primi N; 10 gradi 08 primi W”.
A questo punto della storia sarebbe opportuno porsi alcune domande: perché Penniston attese tanto tempo? Possibile pensare che non fosse in grado, visto anche il suo lavoro, di accedere a risorse, uomini o conoscenze, che lo aiutassero nella decifrazione? Perché proprio adesso salta fuori questa storia?
Domande sicuramente legittime alle quali tenteremo di rispondere in seguito, visto anche che i colpi di scena non sono ancora finiti.
Le coordinate in questione sembrano riferirsi all’isola Hy Brasil, ò’isola della bellezza, ma non provate a cercarla perché difficilmente riuscireste nel vostro intento; si tratta infatti di un’isola fantasma, che probabilmente dovrebbe trovarsi nell’Oceano Atlantico, ad ovest dell’Irlanda.
A parlarne diffusamente sono proprio i miti irlandesi che la descrivono, tranne per un giorno ogni sette anni, come perennemente ammantata di nebbia; forse proprio per la sua ubicazione e per l’alone di mistero che la circonda è stata spesso accostata alla mitica Atlantide, ma non è del tutto estranea alle carte nautiche.
Un’isola chiamata “Bracile” venne riportata in un portolano di Angelino Dulcert nel 1325, e più tardi (1436) in una mappa del veneziano Andrea Bianco.
Numerose anche le spedizioni, tutte senza successo, avvenute nel 1480, 1481, 1497, 1500, così come numerosi gli autori che si sono occupati dell’argomento, ultimo Graham Hancock.
Ancora una volta ritornano prepotenti le domande: perché gli alieni dovrebbero indicare le coordinate di un’isola fantasma?
Ovviamente a questo quesito molti hanno subito risposto tirando in ballo i vecchi miti irlandesi e l’ipotesi che vede nelle antiche mitologie l’espressione di presenze aliene sul nostro pianeta.
Idea allettante ma non certo facile da tenere in piedi; anche volendo rispolverare la teoria di Atlantide (come qualcuno ha già fatto) come “territorio” alieno, non dimentichiamo che Hy Brasil è stata accostata al mitico continente perduto ma di certo non lo è.
In ogni caso, anche volendo far combaciare antiche leggende, vetuste tradizioni e ipotesi care all’archeologia misteriosa, rimane ancora da capire quanto sia attendibile l’intera storia e, soprattutto, se è attendibile la decifrazione del codice; cerchiamo quindi di analizzare meglio la questione del messaggio nascosto.
Il codice binario, o comunque una parte di esso, è stato decodificato da Nick Ciske, utilizzando un software disponibile nel suo sito web (http://www.nickciske.com/); non risulta però chiaro se le coordinate geografiche corrispondano esattamente alla misteriosa isola, così come rimane senza risposta l’interrogativo in merito all’interpretazione del codice stesso.
Quante possibilità esistono che un codice binario, di presupposta natura aliena, si riveli un testo significativo e che ciò avvenga proprio nella lingua parlata dal proprio decifratore?
Esistono altre possibilità di interpretazione che non siano in lingua inglese?
Domande forse ancora premature visto che non abbiamo la decifrazione dell’intero codice.
Esiste anche un altro aspetto del problema; sotto quale forma è stato rilasciato questo codice?
Sappiamo tutti che una informazione binaria, per lavorare, ha bisogno di essere divisibile per 8; la prima pagina di quello che possiamo ormai definire come il “Codice Penniston” contiene 181 caratteri e non è divisibile per 8. Le prime tre righe sono composte da 16 caratteri, che arbitrariamente potremmo suddividere in quattro righe da 8, ma rimarrebbe comunque una operazione del tutto illegittima.
Il codice dovrebbe quindi essere modificato in linee di 16 oppure 8, lasciando cinque caratteri inutilizzati.
Pensare che un messaggio composto da una tale disordinata sequenza provenga da una civiltà altamente evoluta risulta a questo punto abbastanza difficile.
Considerando infine il fatto che Penniston venne ritenuto all’epoca testimone di indubbia credibilità e attendibilità, si apre un nuovo possibile scenario.
Atteso che qualcosa realmente accadde nella foresta di Rendlesham, il codice binario portato ultimamente all’attenzione dei ricercatori potrebbe in realtà nascondere un ben diverso messaggio, forse molto più importante, e la decifrazione effettuata da Ciske dovrebbe essere inquadrata nell’ottica della casualità.
In poche parole non abbiamo la chiave di decifrazione e non conosciamo l’ordine esatto della sequenza.
Abbiamo appena intaccato la superficie di un mistero che potrebbe (il condizionale rimane d’obbligo) rivelarsi molto più complicato, così come complicata continua ad essere l’interazione tra umani e razze aliene.
Credit immagine: http://aliensandangels.wordpress.com

2 commenti:

  1. Vi sono varie razze aliene, alcune a favore della vostra esistenza ed essenza ,altre no. Trà quelle favorevoli , vi sono i Solipsi Rai, conosciuti con tanti altri finti nomi sulla terra, dai tempi antichi. Essi, fanno parte di un luogo oltre il vostro spazio-tempo, che è conosciuto dalle più grandi religioni del nostro pianeta, con nomi diversi. Da questo luogo, essi vorrebbero vedere una risposta da parte dell'umanità al loro incredibile lavoro sulla terra, per far sì che la vostra specie si evolva. Esiste anche un patto di stabilità con le forze oscure, che governano anche la gran parte della terra ormai, oltre a tanti altri regni, nell'universo fisico e sui piani eterici, astrali ed oltre. per fortuna il patto di stabilità può essere interrotto, ma per farlo, i Solipsi Rai e le altre specie sovrane sconosciute , devono e possono agire solo ed esclusivamente sul libero arbitrio,nel senso che, se voi, nella vostra mente, decidete di seguire la luce, almeno per un pò, in quel momento, essi possono manifestarsi nella vostra dimensione, con fatti concreti. ovviamente, per farlo, dovete sapere che meditazione, preghiera, pensiero luminoso, fratellanza universale ed amore incondizionato, sono condizioni sine qua non, senza le quali essi non possono intervenire e salvarvi dalla tenebra, che è una possibile scelta dell'umano libero arbitrio. La chiave è in noi in ogni istante. Aprire la porta alla luce è grazia di un'ascensione che bisogna cercare, volere e sperimentare continuamente. Gli sforzi dell'umanità , verso la luce, troveranno presto compimento in un nuovo piano di salvezza per la terra. Scoprirete ben presto misteri universali che vi proietteranno molto al di là della condizione nella quale siete ora, percui, il processo si accelera, secondo la regola dell'attrazione o del mentalismo, che realizza un'intento, dato ancora un'altra volta dal supremo libero arbitrio, conseguenza dell'Amore supremo che permea l'universo ed il tutto.

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  2. LA TERRA E UN FIORE CHE ASPETTA DI ESSERE COLTO...
    MA IN QUANTI MODI LO POSSIAMO INTERPRETARE'?

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